Chiunque sia stato in Cina si sarà chiesto che sapore hanno gli scarafaggi che si trovano fritti nelle bancarelle dei venditori di strada. A Pechino, sul lato ovest di Wangfujing, la via pedonale dello shopping famosa per il mercato notturno, quello che si offre agli occhi e agli stomaci coraggiosi, è uno spettacolare bazar gastronomico, con vari tipi di spiedini di insetti: dagli scorpioni alle cavallette. Fritti, ovviamente. Gli scarafaggi, però, godono di uno status di tutto rispetto: antichi come i dinosauri, sono considerati pregiati fin dai tempi più remoti non tanto per il loro sapore, che talvolta disgusta anche i cinesi, quanto per le qualità curative; nelle campagne ancora oggi vengono tritati con l’aglio per la cura della gastrite, e la medicina tradizionale li usa per produrre pozioni curative di vario tipo. Alcune legate anche alla longevità. Sono poi ricchi di proteine e vengono usati per il nutrimento degli animali. I consumi sono elevatissimi. Il mercato vale milioni di euro. E ci sono molti imprenditori che li allevano.
C'è una fabbrica, in particolare. Si trova nella provincia sudoccidentale del Sichuan, nella città di Xichang. Non se ne sa molto perché è coperta dal segreto di Stato. Un rapporto governativo pubblicato nel 2011 dal Guangming Daily ne ha svelato alcuni dettagli, ripresi di recente dal South China Morning Post. La fabbrica consiste di capannoni speciali, caldi, umidi e bui, sigillati come prigioni, che si stendono lungo un’area grande quanto due stadi di calcio. Ne alleva 6 miliardi l'anno.
All’interno, un lungo e stretto incolonnamento di scaffali saldati a contenitori di acqua e cibo. Non vola una mosca. Si ode solo un fruscio costante. Pochissime persone possono accedervi. Chi lo ha fatto, scrive il giornale, ha detto che quando accendi la torcia, un tappeto scuro si ritira d’un tratto con un “suono simile al vento che soffia tra le foglie”. Gli animaletti sono ovunque: sugli scaffali, sul soffitto. Sono giganti perché questa fabbrica è specializzata nell’allevamento di scarafaggi adulti, particolarmente richiesti dal mercato farmaceutico. Vengono sorvegliati grazie a un programma di intelligenza artificiale. Dalla nascita alla loro morte, non vedono mai la luce del sole.
Ogni anno la fabbrica di scarafaggi più grande del mondo alleva un numero di bacarozzi adulti di poco inferiore al totale degli esseri umani al mondo (7,5 miliardi). Vengono utilizzati per produrre pozioni mediche consumate da almeno 40 milioni di cinesi.
Circa 28mila per ogni piede quadro vengono prodotti ogni anno. È la colonia più grande della storia.
Un’eccellenza difficile da replicare altrove. L’efficienza insuperata della fabbrica di Xichang si deve soprattutto a un sistema sofisticato di sorveglianza che raccoglie e analizza 80 categorie di “big data”, dall’umidità alla temperatura, all’alimentazione e alla salute degli animaletti. Si studiano mutazioni genetiche e il loro effetto sulla riproduzione, scrive il Corriere della Sera. Il professor Zhang Wei della Zhejiang University, coinvolto nello sviluppo del programma AI, ha detto al SCMP che si tratta di un sistema “unico al mondo”. La fabbrica è gestita dal gruppo farmaceutico Gooddoctor Pharmaceutical Group di Chengdu, capoluogo del Sichuan, che non ha potuto rivelare dettagli giacché l’intera produzione è segretata.
Nel 2011, stando al Guangming Daily, la fabbrica aveva generato un fatturato di 4,3 miliardi di yuan (684 milioni di dollari) grazie alla vendita della pozione. Quando raggiungono peso e dimensione desiderati, per i bacarozzi è giunta l’ora: vengono inseriti in machine speciali e schiacciati fino a formare un liquido che secondo il governo locale ha “effetti straordinari” nella cura di alcuni disturbi soprattutto dell’apparato digerente. La fabbrica ha venduto la miracolosa pozione a 4mila ospedali in tutta la Cina, curando oltre milioni di pazienti affetti da problemi respiratori o gastrointestinali.
Il governo cinese ha finanziato numerosissimi studi scientifici per scoprire le qualità curative dello scarafaggio, il cui liquido pare che abbia anche effetti di ringiovanimento giacché stimola la ricrescita dei tessuti danneggiati, interni ed esterni. “Non è a una panacea contro tutti i mali”, sottolineano i ricercatori della Chinese Academy of Medical Sciences (CAMS) di Pechino.
Il South China Morning Post ha acquistato in farmacia una confezione di sciroppo contenente due bottiglie da 100 ml al costo di 50 yuan (8 dollari). Sul bugiardino viene indicato un solo componente: Periplaneta americana, il nome latino dello scarafaggio americano (una delle specie più diffuse). Anche ai cinesi fa impressione ingurgitare il liquido dell'insetto, che ha peraltro un pessimo sapore, e così il marketing corre ai ripari.
La mega colonia a un passo dall’aeroporto inquieta gli 800 mila abitanti di Xichang. Se un errore umano o un terremoto liberasse i sei miliardi di scarafaggi, sarebbe “una catastrofe”, dice al Post Zhu Chaodong, professore di zeologia presso l’Accademia delle Scienze Sociali. Non è solo un’ipotesi da film horror, scrive il Corriere della Sera: nel 2013, in un torrido mese d’agosto, umido e quindi ideale per la riproduzione degli insetti, da una piccola fattoria del Jiangsu uscì un milione di bacarozzi. Non solo. C’è anche chi teme che la riproduzione intensiva e il controllo genetico possano generare un super scarafaggio di dimensioni surreali.