I rapporti tra buoni vicini si snodano spesso nel rispetto della quiete altrui: niente schiamazzi notturni, niente tacchi con cui passeggiare in casa, niente asciugacapelli sparato nel cuore della notte. E niente musica a tutto volume: la mossa della Corea del Sud, in vista del summit inter-coreano di venerdì 27 aprile, va in questa direzione. Dalla mezzanotte tra domenica e lunedì, Seul ha spento gli altoparlanti posizionati al confine con la Corea del Nord che da oltre due anni diffondono messaggi contro Pyongyang. “Ci auguriamo che questa decisione spinga entrambe le Coree a fermare le vicendevoli critiche e propaganda, e che contribuisca a creare pace e un nuovo inizio”, ha spiegato il ministro della Difesa sudcoreano.
Il confine tra le due Coree, dal 1953, è chiamato Zona demilitarizzata: un’area larga 4 chilometri che assolve il ruolo di cuscinetto. A nord e a sud vivono le truppe di soldati dei due Paesi. E in corrispondenza di questa striscia di terra entrambi i governi hanno piazzato anche una serie di altoparlanti che sparano musica e messaggi politici avversi all’altra metà della penisola. Nel Sud ci sono 11 punti che diffondono trasmissioni i cui contenuti intendono “indebolire la fiducia di militari e civili nordcoreani nei confronti del regime”, scrive il Guardian. “Occasionalmente passano anche previsioni del tempo, notizie internazionali e locali e trasmissioni radiofoniche” sulla vita a sud del 38esimo parallelo. Messaggi che, nel silenzio della notte, possono essere ascoltati fino a “24 chilometri di distanza, e a una decina durante il giorno”.
Nel video di Le Monde si vede il funzionamento degli impianti che prima dello spegnimento odierno erano in funzione dal gennaio 2016, quando Pyongyang aveva condotto il quarto test nucleare. Anche Kim Jong-Un ha i suoi altoparlanti: il meccanismo è simile, ma non è chiaro se anche questi verranno ora messi a tacere, scrive la Bbc, come invece era stato fatto in occasione della cerimonia di apertura dei recenti Giochi Olimpici di Pyeongchang, in Corea del Sud.
Il gesto di Seul ha una forte valenza simbolica e arriva a pochi giorni dal summit tra Nord e Sud. L’incontro di venerdì si terrà a Panmunjeom, un villaggio che si trova esattamente sul confine e dove il 27 luglio del 1953 venne firmato l’armistizio che mise fine alla guerra di Corea. Tecnicamente i due Paesi non hanno mai firmato una pace ma soltanto, per l’appunto, un armistizio. In agenda, venerdì 23 aprile, c’è quindi anche questo aspetto da risolvere. In questo articolo spieghiamo cosa attendersi dall’imminente summit inter-coreano. I colloqui, i terzi della storia dopo quelli del 2000 e del 2007, saranno l’antipasto dell’atteso incontro tra Kim e il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Un meeting che arriverà entro giugno – data e luogo sono ancora top secret -, ma che cade nel momento apparentemente più sereno nei rapporti tra i due Paesi. Dopo le schermaglie sul “bottone da schiacciare” per scatenare l’arsenale militare, e l’apice delle tensioni tra Stati Uniti e Corea del Nord raggiunto nei mesi scorsi, l’annuncio di Kim Jong-Un di porre fine ai test nucleari ha fatto esultare Trump che su Twitter, lo scorso weekend, ha parlato di “progressi compiuti per tutti”.