Condanna netta per l'utilizzo di armi chimiche ma nessuna presa di posizione esplicita sulla eventualità di un attacco militare in Siria. L'Unione europea resta per il momento defilata e in posizione di attesa rispetto allo sviluppo della crisi siriana.
Bruxelles ribadisce la posizione di "ferma condanna" rispetto ai presunti attacchi chimici a Douma attribuiti all'esercito di Bashar Al Assad, ma evita per il momento di esprimersi riguardo alla eventuale risposta: L'Unione europea "ha una posizione - ha detto una portavoce della Commissione rispondendo ai giornalisti che facevano notare la mancanza della voce della Commissione mentre si ragiona concretamente sulla possibilità di un attacco militare - se guardate alle posizioni della Commissione sulla guerra in Siria e sull'attacco chimico, credo che siamo stati molto chiari. La Ue condanna nel modo più forte possibile l'utilizzo di armi chimiche, che rappresenta un crimine di guerra e contro l'umanità".
La Siria sarà uno dei punti all'ordine del giorno del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo di lunedi prossimo, ha proseguito la portavoce, e ci sarà una conferenza ad hoc a Bruxelles il 24 e il 25 aprile. "Siamo in contatto con i Paesi membri, alla luce degli sviluppi, del Consiglio Affari Esteri e della conferenza sulla Siria", ha aggiunto la portavoce che a specifica domanda se la condanna della Ue si possa estendere fino all'appoggio a una rappresaglia militare, ha risposto di "non aver niente da aggiungere a quanto ho detto".
"L'Ue - ha concluso- reitera il forte bisogno che i responsabili di crimini di guerra in Siria rispondano delle loro azioni, in particolare per l'uso di armi chimiche. L'uso di armi chimiche è un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità". Lo stesso concetto è espresso poco dopo dal segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che dal quartier generale dell'Alleanza a Bruxelles, ripete che "sono in corso consultazioni tra gli alleati della Nato su come rispondere all'attacco chimico" a Douma: "pensiamo che i responsabili siano chiamati a rispondere di ciò che hanno fatto".
Il numero uno della Nato ha ribadito la "condanna più ferma per l'uso di armi chimiche, che è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale. Chi se ne è reso responsabile deve rendere conto". La Nato chiede intanto alla Siria e ai "suoi alleati" di Russia e Iran di consentire agli osservatori l'accesso nelle zone colpite dagli attacchi con armi chimiche.
L'attacco di Duma "ha avuto luogo in un'area in cui operano il regime siriano e i suoi sostenitori, Russia e Iran forniscono un forte sostegno al regime di Assad, che ha già usato le armi chimiche in passato. Uno dei principali messaggi che abbiamo dato dopo l'attacco a Duma, è che chiediamo l'accesso pieno e senza ostacoli agli osservatori internazionali. Facciamo appello al regime di Assad e ai suoi sostenitori affinchè lo rendano possibile, sia per permettere l'accesso agli osservatori sia per permettere l'accesso all'area dell'assistenza medica", conclude.