Sotto il peso dello scandalo Cambridge Analytica, alla fine Mark Zuckerberg ha dovuto accettare di testimoniare davanti al Congresso degli Stati Uniti in due audizioni fissate per martedì e mercoledì di questa settimana. Il fondatore e ceo di Facebook comparirà dinanzi alle commissioni in seduta congiunta di Giustizia, Commercio, Scienze e Trasporti del Senato martedì 10 aprile, alle 14:15 (20:15 italiane), mentre verrà ascoltato dalla commissione Energia e Commercio della Camera, e l'indomani, mercoledì 11 alle 10 (le 16 italiane). Entrambe le audizioni saranno trasmesse in diretta: la prima sul sito della Commissione Giustizia del Senato; la seconda sul canale YouTube della Commissione Energia e Commercio della Camera.
Al centro dell'audizione le policy dell'azienda sulla gestione delle informazioni e la protezione dei dati dei suoi utenti. Sullo sfondo, c'è lo scandalo Cambridge Analytica e l'utilizzo dei dati attinti da Facebook e adoperati per influenzare gli elettori americani durante le elezioni presidenziali del 2016. La compagnia, impiegata dallo staff dell'allora candidato Trump durante la campagna elettorale, aveva fatto incetta dei dati privati di ben 87 milioni di utenti di Facebook. Allo scoppio del caso, Facebook aveva cercato di contenere l'enorme danno mediatico, ma dopo un silenzio durato cinque giorni, Zuckerberg era stato costretto a rilasciare un comunicato ufficiale.
Nelle ultime settimane il fondatore del social media ha anche concesso diverse interviste scusandosi pubblicamente. Il Congresso gli chiederà anche di fornire tutte le informazioni in suo possesso sul coinvolgimento e l'uso della piattaforma da parte della Russia e di altri gruppi specifici, volto a condizionare il voto americano.
Il senatore repubblicano Chuck Grassley, presidente della commissione Giustizia del Senato ha anticipato che l'audizione "esplorerà approcci alla questione privacy che possano soddisfare le aspettative del consumatore, incoraggiando al tempo stesso anche l'innovazione". Zuckerberg, dunque, sarà chiamato a sciogliere molti dei nodi che imbrigliano la sua creatura. È John Thune, presidente repubblicano della commissione Commercio del Senato, ad assicurare che i suoi colleghi non faranno sconti, ma anzi chiederanno spiegazioni su come intenda affrontare "problemi che hanno generato una significativa preoccupazione sul ruolo di Facebook nella nostra democrazia, sui cattivi attori che usano la piattaforma e sulla privacy".
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Il Congresso degli Stati Uniti, quindi, chiederà a Zuckerberg di spiegare nel dettaglio cosa attualmente accada alle informazioni che gli americani condividono sulla piattaforma. Una vicenda che non si potrà archiviare nell'immediato. In una recente conversazione con Ezra Klein, fondatore del sito Vox, lo stesso Zuckerberg ha ammesso che i tempi saranno lunghi. "Vorrei poter risolvere tutti questi problemi in tre o sei mesi, ma credo che in realtà per la soluzione di queste questioni occorrerà un periodo più lungo di tempo. Forse qualche anno". Sono in tanti a credere che la testimonianza di Zuckerberg potrebbe finalmente dare una spinta verso una regolamentazione più seria di questo intero settore tecnologico.