Il presidente americano, Donald Trump, continua i suoi attacchi ad Amazon, stavolta accusandola di frodare lo US Postal Service, le Poste americane. E ha aggiunto che il Washington Post, anch'esso di proprietà del miliardario Jeff Bezos, sta conducendo una campagna di "lobby" per conto del gigante dell'e-commerce, chiedendo pertanto al quotidiano di registrarsi ufficialmente come lobbista. Uno scontro che ha anche dei lati squisitamente personali, considerando come proprio il Washington Post sia tra i quotidiani Usa che attaccano con maggiore durezza 'The Donald'.
Trump ha twittato dalla sua tenuta di Mar-a-Lago a Palm Beach (in Florida), dove sta trascorrendo la pausa pasquale: "Si dice che il servizio postale americano perderà in media un dollaro e mezzo per ogni pacchetto consegnato per Amazon. Il che equivale a migliaia di dollari". Il riferimento è a un articolo del New York Times, basato su un rapporto di Citigroup, il quale spiegava che il prezzo per l'invio dei pacchetti via posta è al di sotto dei prezzi di mercato, il che si traduce in enormi vantaggi economici per Amazon che è uno dei principali clienti del servizio. Lo US Postal Service è un'agenzia del governo federale indipendente con 500.000 dipendenti, che nel 2016 ha registrato una perdita di 5,6 miliardi di dollari.
Non è la prima volta che Trump attacca Amazon, presa di mira perché "non paga le imposte" per le vendite online e fa perdere migliaia di posti di lavoro. Il quotidiano, che Trump chiama "the fake Washington Post", si è subito difeso assicurando che opera in maniera indipendente rispetto al colosso dell'e-commerce che ha fatto ricco Bezos. Axios ha suggerito che il calo complessivo del 4% accusato da Amazon questa settimana sarebbe legato, oltre che a una generale tendenza sfavorevole ai colossi del digitale, all'aperta ostilità del presidente nei confronti del gruppo.