"La formica che vuole combattere contro un'aquila è sull'orlo del precipizio della morte". Il portavoce del ministero degli esteri iraniano, Bahram Qassemi, ha utilizzato un verso di Saadi, poeta persiano del tredicesimo secolo, per rispondere alla minaccia di guerra del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. Mbs, come viene chiamato il figlio di re Salman, ha ipotizzato una guerra contro l'Iran nel giro dei prossimi 10-15 anni.
Il botta e risposta tra Teheran e Riad segna un'escalation preoccupante nei toni tra i due Paesi mediorientali, sempre più in rotta di collisione. I toni si si sono infuocati dopo il 26 marzo, anniversario dell'inizio della guerra in Yemen, quando Iran e Arabia Saudita si sono accusati a vicenda di essere responsabili del dramma umanitario nel paese arabo. Riad accusa Teheran di fornire armi ai rivoluzionari Houthi, mentre Teheran deplora i bombardamenti dei sauditi sul suolo yemenita, in corso da tre anni, che mirano a piegare gli Houthi e far tornare al potere il presidente fuggitivo Mansour Hadi.
Parlando giovedì al Wall Street Journal, Bin Salman ha ventilato per la prima volta l'ipotesi di una guerra diretta contro l'Iran, nel caso non venissero imposte sanzioni internazionali più forti contro Teheran, accusata di non rispettare pienamente l'accordo sul nucleare firmato con le sei potenze mondiali nel 2015. Intanto, sempre in occasione del 26 marzo, il leader dell'Hezbollah libanese, Seyyed Hassan Nasrallah, ha sostenuto che l'Arabia Saudita avrebbe organizzato due incontri segreti con il governo siriano, offrendo la cessazione del sostegno ai ribelli siriani e miliardi di dollari per la ricostruzione del paese in cambio dell'interruzione delle relazioni con l'Iran.