L'Ecuador ha tolto Internet a Julian Assange. In una nota ufficiale l'ambasciata ecuadoregna di Londra, dove il fondatore di Wikileaks si è rifugiato dal 2012 ha detto che la decisione è stata presa per prevenire interferenze dell'australiano negli affari di altri paesi. E il provvedimento arriva dopo che Assange, lo scorso lunedì, era intervenuto su Twitter sulle accuse britanniche alla Russia riguardo l'avvelenamento dell'ex colonnello del Kgb Sergei Skripal a Salisbury, definendola "diplomazia spicciola".
Ma lo stesso giorno Assange attaccò anche la Spagna e la Germania ("un arresto da Gestapo") per il fermo di Carles Puigdemont.
Il governo di Lenin Moreno ammonisce che sarà in grado di adottare "altre misure" se Assange dovesse ancora una volta "fallire nel suo impegno" a non interferire nelle relazioni dell'Ecuador con altri paesi, tra cui gli Stati Uniti d'America.
Il tweet sull'espulsione dei diplomatici russi in particolare aveva destato la dura reazione del governo britannico: "E' ora che questo miserabile verme emerga dall'ambasciata e si consegni alla giustizia britannica", aveva detto il ministro britannico per l'Europa.
Il 46enne Assange aveva trovato asilo nel giugno 2012 nell'ambasciata dell'Ecuador per sfuggire all'estradizione in Svezia, dove era indagato dalla fine del 2010 per violenza sessuale, accusa che aveva sempre respinto. Temeva, in caso di arresto, di essere estradato e processato negli Stati Uniti per la pubblicazione da WikiLeaks nel 2010 di molti segreti militari e documenti diplomatici statunitensi.
Malgrado il processo per stupro sia stato archiviato nel maggio 2017, un tribunale di Londra ha rifiutato a febbraio di revocare il mandato di arresto con la motivazione che Assange non aveva rispettato le condizioni della libertà su cauzione.
Assange con ogni probabilità non avrà più la possibilità di accedere al suo account Twitter, da dove quotidianamente faceva sentire la sua voce e esprimeva le sue critiche agli stati che lo avevano costretto all'esilio. Nell'ultimo suo tweet ha ironizzato sulle parole che gli ha riservato il ministro inglese: "Come prigioniero politico detenuto senza condanna per otto anni, in violazione del secondo diritto fondamentale dell'Onu, penso che devo proprio essere un miserabile. Niente in contrario ad essere "piccolo", sebbene sia piuttosto alto; e comunque meglio essere un verme, una creatura che rinvigorisce il suolo, che un serpente".