"I dati di Facebook sono in vendita in tutto il mondo". Parola di Steve Bannon, l'ex stratega capo del presidente Donald Trump che secondo l'informatico Chris Wylie, gola profonda dello scandalo della Cambridge Analytica, supervisionava il programma per violare milioni di profili Facebook per influenzare le elezioni.
Bannon ha parlato durante un convegno del Financial Times a New York, cercando di smarcare Cambridge Analytica di cui è stato vice presidente, dallo scandalo. "Non sapevo nulla del mining su Facebook", ha dichiarato in merito alla raccolta dei dati personali. "Non ricordo" di aver comprato dati Facebook da usare per influenzare gli elettori. Bannon ha puntato il dito contro i "giochetti sporchi" di Scl, la società che controlla Cambridge Analytica, smentendo il coinvolgimento del suo benefattore, finanziatore della campagna di Trump e tra i proprietari della società di dati e analisi al centro dello scandalo, Robert Mercer.
"Io ho contribuito a mettere insieme la società", ha ammesso Bannon durante la sua prima apparizione pubblica dallo scoppio della bufera, putando il dito contro Facebook. "I dati sono tutti lì, loro (Facebook) si prendono la vostra roba gratis - ha attaccato - e monetarizzano grossi margini, si prendono la vostra vita".