Nonostante gli apparenti progressi registrati negli ultimi mesi, la possibilità che le trattative sulla Brexit si concludano senza nessun accordo, conducendo a un'uscita disordinata di Londra dalla Ue, sono sempre molto concrete. Talmente concrete che il ministro per la Brexit, David Davis, ha scritto una lettera alla premier Theresa May per esporle la sua ultima idea: fare causa all'Unione Europea qualora il suo governo non riesca a chiudere un'intesa su Bruxelles, intesa che certe dichiarazioni di Davis (che spesso contraddice il suo stesso primo ministro) non rendono certo più agevole raggiungere.
Nella lettera, risalente al mese scorso e rivelata dal Financial Times, Davis annuncia a May (lasciando quindi intendere di non averla prima consultata in merito) di aver già dato istruzioni agli avvocati di Stato per preparare una causa qualora i piani di contingenza che Bruxelles sta preparando per uno scenario senza accordo comportino danni economici per Londra. Davis ha avvertito che tali piani potrebbero "costringere aziende con sede in Gran Bretagna a traslocare altrove in Europa" e si è detto irritato dal fatto che la Ue "intenda trattare il Regno Unito come un Paese terzo non appena avrà lasciato la Ue, nel marzo 2019". "La Commissione Europea ha diffuso dichiarazioni unilaterali di questo tenore sul diritto aziendale, la giustizia civile, il diritto privato internazionale, i trasporti e l'allevamento, il trasporto e la protezione degli animali vivi", scrive il ministro.
I laburisti attaccano Davis
Le affermazioni di Davis che hanno il sapore del paradosso, dal momento che è stato proprio lui nei mesi scorsi ad agitare ripetutamente la possibilità di un "no deal" di fronte all'approccio più conciliatorio di May. Difatti l'opposizione laburista ha reagito accusandolo di ipocrisia: "Il governo sta minacciando implicitamente uno scenario senza accordo", ha tuonato Pat McFadden, membro in quota Labour della Commissione Parlamentare sulla Brexit, "non dovrebbe essere una sorpresa che anche la Ue si stia preparando a questa possibilità".
Ancora più duro Stephen Kinnock, collega di Commissione e di partito di McFadden, secondo il quale "i toni passivo-aggressivi della lettera dimostrano che il governo non ha idea di cosa stia facendo". A far salire la tensione nelle ore scorse avevano inoltre contribuito le voci di stampa secondo le quali May, nel suo recente rimpasto di governo, avrebbe nominato Steve Baker, attuale vice di Davis, "ministro per un non accordo".
Così facendo, May - oltre a cedere all'ala dura del partito capeggiata dal ministro degli Esteri Boris Johnson - avrebbe dimostrato di essere la prima a non credere nell'intesa. Le voci poi non sono state confermate dai fatti: Baker resta sottosegretario. Ma il dossier "no deal" resta comunque in mano sua.
Bruxelles: "Siamo sorpresi dalla sorpresa di Londra"
La replica della Commissione Europea riecheggia le osservazioni dei laburisti. "Siamo sorpresi che il Regno Unito sia sorpreso che l'Ue si prepari per uno scenario contemplato dallo stesso governo britannico", ha risposto il portavoce dell'esecutivo comunitario, il greco Margaritis Schinas, ricordando che May è stata la prima a dire che "un mancato accordo è meglio di un brutto accordo". Quindi, così come "è giusto che il governo di Londra si prepari a ogni eventualità", ha sottolineato Schinas, "è naturale che nel nostro campo ci si prepari per qualsiasi eventualità".