Oltre a ricordare di avere sempre il "pulsante nucleare sul tavolo", il leader nordcoreano Kim Jong-Un ha approfittato del suo discorso per il Nuovo Anno per annunciare che, per la prima volta, gli atleti di Pyongyang potrebbero partecipare il mese prossimo ai Giochi olimpici invernali di Pyeongchang 2018 in Corea del Sud. "I Giochi invernali che si terranno in Corea del Sud saranno una grande opportunità per il Paese. Speriamo sinceramente che siano un successo", ha detto Kim, aggiungendo che è "pronto a intraprendere diversi passi, compreso l'invio di una delegazione".
La Corea del Sud ospita le Olimpiadi invernali 2018 a Pyeongchang dal 9 al 25 febbraio, mentre i Giochi Paralimpici iniziano il 9 marzo. Gli eventi principali della competizione si terranno a soli 80 chilometri dalla zona di confine tra le due Coree. Le Olimpiadi, ha continuato il giovane dittatore, saranno "una buona opportunità per testimoniare la grazia del popolo coreano al mondo"; e ha ricordato che "l'anno 2018 sarà un anno significativo tanto per il Nord come per il Sud, il Nord perché celebra il 70esimo anniversario della sua nascita, il Sud perché ospita le Olimpiadi Invernali". Kim ha avvertito, tuttavia, che la situazione di perdurante tensione nella penisola potrebbe costituire una minaccia per l'evento: "Le forti tensioni militari tra Nord e Sud devono attenuarsi e deve prevalere un clima pacifico. Finché siamo in una situazione instabile che non è nè di guerra nè di pace, il Nord e il Sud non possono garantire il successo delle Olimpiadi, sedersi a parlare o fare passi verso la riunificazione ".
La partecipazione (o la mancata partecipazione) di Pyongyang alle competizioni sportive organizzate nel Sud è sempre stata subordinata alla situazione politica e militare della penisola. La Corea del Nord aveva boicottato i Giochi estivi di Seul del 1988; ma aveva inviato i suoi atleti ai Giochi asiatici del 2014 a Incheon, vicino a Seul. Gli analisti considerano la disponibilità di Kim un passo importante. Due atleti nordcoreani, i pattinatori Ryom Tae-Ok e Kim Ju-Sikes, si sono qualificati per Pyeongchang, ma il Comitato olimpico nordcoreano ha fatto passare la scadenza del 30 ottobre senza confermare la loro partecipazione. I due atleti potrebbero ancora competere se li invitasse il Comitato Olimpico Internazionale.
La reazione di Seul
Nelle scorse settimane, il presidente sudcoreano Moon Jae-In aveva espresso la speranza che le Olimpiadi potessero contribuire a far allentare la tensione; e aveva a tal proposito proposto di rinnovare una sorta di 'tregua' olimpica: rimandare le manovre militari tra gli eserciti di Seul e Washington, le esercitazioni Key Resolve e Foal Eagle, che si svolgono di solito tra fine febbraio e inizio marzo. Manovre che tutti gli anni scatenano l'irritazione di Pyongyang che li considera una sorta di grandi manovre in vista di un'invasione del suo territorio. E le reazioni all'apertura di Kim sono state di esultanza.
"Apprezziamo il fatto che Kim abbia espresso la disponibilità ad inviare una delegazione e proponga il dialogo, come il fatto che abbia riconosciuto la necessità di migliorare le relazioni inter-coreane", ha detto il portavoce dell'esecutivo della Corea del Sud, Park Soo-hyun, in una conferenza stampa rilanciata dall'agenzia locale Yonhap. Il "successo" dei Giochi "contribuirà alla stabilità non solo nella penisola coreana, ma anche in Asia orientale e nel resto del mondo", ha aggiunto Park. Il portavoce ha anche ricordato che Seul ha sempre auspicato il dialogo con Pyongyang, a prescindere da "tempo, luogo e modi", se tale dialogo può aiutare a ripristinare i rapporti e migliorare la stabilità nella regione.