"Costringere gli Stati ad accettare rifugiati non aiuta l'Europa" e ancora "se continueremo su questa strada, divideremo ulteriormente l'Unione Europea" oppure "le quote di collocazione dei migranti non hanno senso". Sono le frasi più forti che il neo cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha detto nel corso di un'intervista al quotidiano tedesco Bild am Sonntag (La Repubblica).
Il 31enne capo del governo austriaco ha nuovamente espresso le sue opinioni e perplessità sull'arrivo dei migranti in Europa. Sono già più di due anni, da quando ricopriva l'incarico di ministro degli Esteri austriaco, che Kurz chiede un cambio di rotta nella politica europea sui profughi. L'Austria negli ultimi anni si era detta più volte intenzionata a chiudere la sensibile frontiera con l'Italia del Brennero ma una barriera per effettuare i controlli sugli ingressi non è mai stata costruita. Da tempo è, invece, operativo alle due frontiere autostradali tra Austria e Germania (Kiefersfelden e Schwazbach/Salisburgo) un management da parte delle autorità tedesche (Corriere della sera).
Secondo il cancelliere, esponente della Oesterreichische Volkspartei (Oevp), il partito popolare austriaco, la "distribuzione dei migranti a quote fisse è un errore e che gli Stati membri dovrebbero decidere autonomamente se e quante persone ospitare".
Kurz è stato più volte critico della politica dei profughi della cancelliera tedesca Angela Merkel. Per mesi, l'Unione Europea ha lottato con la riforma dell'attuale sistema di Dublino, che afferma che questi Stati devono assumersi la responsabilità dei richiedenti asilo in cui i nuovi arrivati entrano per la prima volta nell'UE. Un progetto che attualmente è in fase di stallo. "I migranti che sono diretti verso l'Europa non vogliono andare in Bulgaria o in Ungheria, ma in Germania, in Austria o in Svezia", ha aggiunto Kurz che oggi trascorrerà il Natale in famiglia e assieme alla compagna Susanne Thier per la tradizionale fonduta (Il Fatto Quotidiano)
Domani visita al maso dei nonni a Waldviertel nella Bassa Austria, quindi il 27 il ritorno un ufficio. "I confini tra asilo e migrazione economica sono attualmente poco chiari. Ci sono persone che devono essere aiutate nei loro paesi di origine e se questo non è possibile, allora venga fatto negli Stati vicini. Se ciò non è possibile, allora nelle aree sicure del proprio continente. L'Ue dovrebbe appoggiarlo anche militarmente - ha affermato Kurz - non possiamo più accogliere persone che viaggiano illegalmente nell'UE con l'aiuto degli scafisti". Le Nazioni che si oppongono alla ripartizione dei profughi sono quelli del gruppo Visegrad, ovvero Ungheria, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca (La Stampa).