Ora tutti sanno chi è Spelacchio, l'albero di Natale più triste della terra. Il caso è deflagrato sulla stampa internazionale, pronto ad essere dato in pasto alla pubblica opinione globale. Superando le classiche difficoltà che si verificano in questi casi. Prima tra tutte: come tradurre "Spelacchio", neologismo romanesco da rendere nella lingua di Shakesperare. La Bbc ci ha provato con un paio di proposte. La prima: "Grungy". Ma non va bene, perché se il termine richiama uno stile ipercasual molto di moda una ventina di anni fa (nonché il filone del rock portato al successo da Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden), è anche vero che può suonare troppo negativo: "cencioso", "lercio", "sporco". In fondo i romani, invece, a Spelacchio si sono in qualche modo affezionati, e quel nomignolo che gli hanno appioppato lascia trasparire tutto meno che insofferenza. Insomma, lo hanno quasi adottato, o almeno adesso hanno scelto di sopportarlo come una delle tante cose non riuscite della vita.
Secondo tentativo: "Shabby". Anche questo rimanda ad uno stile di qualche anno fa, che sa di moderno provenzale opportunamente invecchiato a ricreare atmosfere campagnole. Ma non c'entra nulla con il larice rosso sceso dalla Val di Fiemme per appassire a vista d'occhio a piazza Venezia, perché alla lettera shabby significa "logoro", "consunto". Il decesso qui non è avvenuto per consunzione, ma per presunte carenze nel trattamento dopo il distacco dalla natia foresta.
Di certo la Bbc ci fa sapere cosa non sia, quell'albero. Vale a dire "pert", "vivace, gioioso, pieno di vita". E se avessimo dubbi a riguardo si incarica di fugarli l'immancabile vecchietta d'Oltremanica che è venuta a passare le Feste giù da noi. E si lascia intervistare sotto Spelacchio, sentenziosa: "Da noi, in Inghilterra, gli alberi di Natale sono molto più gai". Pert, per l'appunto. Grazie della precisazione, Mrs Marple.
Ecco allora la soluzione: "Mangy". La Bbc la propone ed il New York Times subito la fa sua. Mangy è traducibile sì con "rognoso" se riferito a un cane, ma per esteso indica tutto ciò che è letteralmente malridotto. Spelacchiato, per l'appunto: è una delle tradizioni dei migliori vocabolari compulsati in queste ore. E Mangy è il nome con cui Spelacchio ora viene presentato al mondo, in tutta la sua incomparabile calvizie. "I suoi aghi morti sono caduti dai rami", annota malinconicamente il New York Times, "lasciando i rami come nudi". Uno spettacolo che "colpisce i romani perché simbolo del declino della loro città".
Parole ruvide che ripete, ancora più forti, la Bbc, che invece di declino parla di "sfacelo degli ultimi anni". Anche se ancora il New York Times, onestamente, annota: "Ad essere corretti, la notte le luci e le decorazioni si accendono, ed è un bell'effetto". La notte, quando tutti gli alberi di Natale sono grigi.