Nella Zona Verde di Baghdad, un'imponente parata militare ha celebrato la vittoria finale dell'Iraq sull'Isis. Mentre aerei da combattimento solcavano il cielo, le truppe hanno marciato in formazione. Dall'alto i loro corpi componevano la scritta "giorno della vittoria" in arabo.
E "giorno della vittoria" resterà il 10 dicembre, che il premier Haider al-Abadi ha annunciato diverrà festività nazionale in un discorso nel quale ha citato tutte le forze che hanno contribuito a schiacciare Daesh con un'esclusione significativa: i curdi, che avevano tenuto un referendum per l'indipendenza non riconosciuto da Baghdad.
Al-Abadi, ha proclamato venerdì la vittoria contro l'Isis, che tre anni fa aveva conquistato un terzo del territorio del Paese. "Le nostre forze hanno il controllo completo del confine tra Iraq e Siria e quindi annuncio la fine della guerra contro Daesh", aveva affermato, sottolineando che la vittoria è arrivata grazie alla "nostra unità e determinazione".
Nel 2014, di fronte all'avanzata dei miliziani dell'Isis, l'esercito iracheno si era ritirato precipitosamente, provocando l'appello alla mobilitazione generale dell'ayatollah Al Sistani, leader della maggioranza sciita. Con il sostegno dei caccia della coalizione internazionale a guida Usa, Baghdad aveva lanciato la campagna per la riconquista, riprendendo il controllo del territorio, città per città, al prezzo di durissimi scontro con gli uomini del Califfato.
Il mese scorso era stato l'Iran ad annunciare la vittoria contro l'Isis ma il premier iracheno aveva dichiarato allora di voler aspettare di riprendere il controllo sul deserto al confine con la Siria prima di cantare vittoria.