Clima, Unesco, nucleare iraniano, migranti: sono alcuni dei simboli del disimpegno americano sulla scena internazionale. Dal giorno dell'insediamento di Donald Trump, gli Usa hanno lasciato o minacciato di lasciare diversi accordi internazionali, sull'onda di un presidente che pensa all'America First, prima di tutto. Di seguito, i temi del disimpegno.
Migranti
L'ambasciata degli Stati Uniti presso le Nazioni Unite ha annunciato che gli Usa hanno messo fine alla loro partecipazione al Global Compact in materia di migrazione, perché "la Dichiarazione di New York", del settembre 2016 sottoscritta da 193 Paesi, "include diverse disposizioni che non sono coerenti con gli Stati Uniti e la politica d'immigrazione dell'amministrazione Trump".
I 193 Paesi membri dell'Assemblea Generale dell'Onu hanno adottato all'unanimità un testo chiamato Dichiarazione di New York su rifugiati e migranti, che mira a migliorare in futuro la loro gestione internazionale (accoglienza, assistenza al ritorno). Sulla base di questa dichiarazione, l'Alto Commissario per i Rifugiati è stato incaricato di proporre un Global Compact sui migranti e rifugiati nella sua relazione annuale all'Assemblea Generale nel 2018. Il Patto dovrebbe essere basato su due pilastri: risposte al problema e un programma d'azione.
Unesco
Il 12 ottobre gli Stati Uniti hanno annunciato il ritiro dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO), accusando l'istituzione di essere "anti-Israele". Gli Stati Uniti manterranno lo status di osservatore fino al ritiro effettivo entro la fine del 2018.
Clima
Il primo giugno, Trump ha annunciato il ritiro degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi, firmato da 195 Paesi nel 2015, e la sua intenzione di cercare un "nuovo accordo globale" sul cambiamento climatico. Il miliardario ha definito l'accordo "molto ingiusto" per il suo Paese perchè crede che consente ad altre nazioni di avvantaggiarsi sull'industria statunitense. Il ritiro effettivo non avverrà prima del novembre 2020.
Iran
Donald Trump si era impegnato a rompere con l'accordo nucleare firmato nel luglio 2015 dall'Iran e dal gruppo 5 + 1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito, Germania). Alla fine si è solo rifiutato di "certificare" la conformità di Teheran con i suoi impegni, nonostante le assicurazioni sull'Iran da parte dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica; e ha di fatto lasciato che il Congresso decida sul futuro dell'accordo.
TTP e NAFTA
Dal suo insediamento il 20 gennaio, Donald Trump ha ritirato gli Usa dal Trans-Pacific Partnership (TPP), firmato nel 2015 con undici Paesi della regione Asia-Pacifico - ma non la Cina - che rappresenta il 40% dell'economia mondiale. Il presidente americano vuole negoziare trattati "bilaterali" che secondo lui "porteranno lavoro e industria in territorio americano".
Il presidente Usa ha anche avviato nuovi negoziati sull'accordo di libero scambio nordamericano (NAFTA), una grande area di libero scambio che unisce dal 1994 Stati Uniti, Canada e Messico, e che Trump ha definito il peggior accordo mai raggiunto. Trump sostiene di aver aiutato a ricollocare milioni di posti di lavoro americani dal Messico. è più conciliante con il Canada, primo 'cliente' degli Stati Uniti e il loro più grande fornitore di petrolio. Se i negoziati per una versione "migliorata" dell'accordo non andranno a buon fine, Washington lascerà il Nafta e negozierà accordi bilaterali con i suoi due vicini.
ONU e NATO
Trump chiede una riforma delle Nazioni Unite, di cui Washington è il maggior finanziatore, denunciando "burocrazia" e "cattiva gestione". L'ambasciatrice Usa all'Onu, l'agguerrita Nikki Haley ha detto che Washington continuerà a valutare il suo "livello di impegno" in "tutte le agenzie delle Nazioni Unite". Quanto alla Nato, l'ha definita "obsoleta" in campagna elettorale, prima di cambiare posizione e chiedere ai Paesi dell'Alleanza Atlantica di aumentare i loro bilanci militari. A maggio, non ha esplicitamente espresso sostegno all'articolo 5 del Trattato istitutivo, che prevede che gli alleati intervengano in caso di aggressione a uno di loro.
TTIP
Trump denuncia costantemente le misure "protezionistiche" dell'Unione europea e il disavanzo commerciale degli Stati Uniti con la Germania. I negoziati sull'accordo transatlantico di libero scambio tra l'UE e gli Stati Uniti (TTIP), avviati nel 2013, sono al momento rallentati dalla crescente irritazione di parte della società civile e di alcuni Paesi europei.
WTO
Anche il WTO, l'Organizzazione mondiale del commercio, è nel mirino dell'amministrazione Trump. All'incontro del G20 di inizio luglio ad Amburgo, in Germania, il segretario al Tesoro americano Steven Mnuchin non ha escluso di rinegoziare gli accordi commerciali multilaterali. Trump è convinto che l'adeguamento dei dazi doganali, che è stata avanzato da alcuni repubblicani per favorire le esportazioni, creerà posti di lavoro. Ma questo potrebbe anche essere in contrasto con le regole esistenti in ambito WTO.