Basta mosche e buche: la “rivoluzione della toilette” si estende su scala nazionale, dai villaggi alle città. Xi Jinping aveva lanciato la campagna di miglioramento dei bagni pubblici nel 2015 per attrarre i turisti, traumatizzati dai gabinetti maleodoranti, soprattutto nelle mete attraversate dall’antica via della Seta. A partire dal Gansu, nella Cina nordoccidentale.
Oggi, secondo le ultime istruzioni del presidente cinese, investire sui bagni pubblici serve l’obiettivo di migliorare la qualità della vita dei cittadini – un punto centrale del suo rapporto al Congresso del Pcc. “La questione delle toilette non è di poco conto”, ha dichiarato Xi. “È un aspetto importante nella costruzione di città e villaggi civilizzati”.
Secondo gli ultimi dati ufficiali ripresi dall’agenzia Xinhua, a ottobre di quest’anno la Cina aveva installato 68mila bagni pubblici dall’inizio della campagna, il 19,3% rispetto all’obiettivo da raggiungere. Un’operazione costata un miliardo di yuan (152 milioni di dollari) al governo centrale, e altri 20 miliardi di yuan (3 miliardi di dollari) alle autorità locali. Piani futuri? Tra il 2018 e il 2020, la China National Tourism Administration (ente nazionale per il turismo) punta a costruire altre 64mila strutture nelle località turistiche.
Avere bagni pubblici decenti non ha solo ricadute positive sull’industria del turismo, che in Cina l’anno scorso ha generato 3,9 trilioni di yuan (600 miliardi di dollari) – 4,4 miliardi il numero totale dei turisti cinesi e stranieri. La questione delle toilette ha risvolti anche nella vita dei cittadini. Soprattutto nelle aree rurali in cui le condizioni igieniche sono più scarse che nelle città.
Proprio nelle campagne Xi si è recato in visita più spesso nel corso del suo primo mandato da presidente e segretario generale del partito. Del resto, narra la biografia ufficiale, Xi durante la Rivoluzione Culturale, all’epoca quindicenne, fu spedito nelle poverissime zone contadine a rieducarsi, insieme ad altri 18 milioni di cinesi. A Liangjiahe – oggi meta di pellegrinaggio - trascorse ben sette anni. Allevava maiali. Puliva cessi. Il volto del presidente che oggi piace alla gente. I bagni alla turca, sporchi e puzzolenti, sono ovunque, anche nella stessa Pechino, nei vecchi hutong (ormai quasi interamente demoliti), o in luoghi talvolta insospettabili.
Gli incensi spesso accesi sono vani tentativi di coprire i cattivi odori. Il mocio zuppo che gli addetti alla pulizia passano pigramente quando diventa proprio necessario: scene di vita quotidiana. Oggi la situazione è migliorata. “Non ci crederai, ma un sacco di giovani cinesi ignorano com’erano i cessi in Cina fino agli anni Settanta”, aveva detto il drammaturgo Guo Shixing in occasione della prima europea a Milano della sua pièce “Cessi pubblici” nel febbraio scorso in una conversazione con il regista Sergio Basso pubblicata sul Corriere della Sera. “Come le ritirate dei nostri nonni: mia mamma non aveva il bagno in casa, erano contadini. Anche noi dimentichiamo il nostro recente passato” .
La Cina quanto guarda al futuro lo fa davvero. L’intelligenza artificiale, un settore di punta per il governo cinese che con il piano Made in China 2025 punta a trasformare il Paese in una industria avanzata, ha rivoluzionato molti settori della vita della gente, dalle banche agli ospedali: il sistema di riconoscimento facciale è arrivato anche nei bagni pubblici per evitare furti di carta igienica.
Le toilette di nuova generazione non saranno avanzate rispetto a quelli già esistenti solamente per il pregio delle architetture e per la qualità igienica, ma anche perché multifunzionali. Dal 2015 sono indicati con il simbolo 5 – ha spiegato Emma Lupano su AgiChina. “Cinque sono le fasi (acqua, metallo, terra, legno e fuoco), cinque i colori, i classici della tradizione confuciana, le montagne sacre e pure le stelle gialle sulla bandiera della Repubblica popolare. Ma d’ora in poi, almeno a Pechino, il numero cinque starà a indicare anche un’altra entità: il quinto spazio, che si aggiungerebbe allo spazio familiare, allo spazio di lavoro, allo spazio dello svago e allo spazio virtuale. Oltre che espletare bisogni fisici urgenti, nel quinto spazio si potranno sbrigare pratiche noiose ma necessarie come pagare le bollette, ricaricare la batteria dei veicoli elettrici o del cellulare, misurare la pressione, fare esami del sangue o delle urine e prelevare denaro, il tutto in un’area dove sarà garantita anche la copertura wifi”.
Così, la rivoluzione dei bagni pubblici vuole migliorare i servizi igienici al punto da trasformarli in un luogo virtuale dove ottimizzare il tempo. Purché non puzzi.