Può sembrare una di quelle Giornate Mondiali strane e bizzarre, ma non lo è affatto. Oggi nel mondo 2,4 miliardi di persone vivono senza un bagno domestico che smaltisce in sicurezza i rifiuti. Sì, avete letto bene, 2,4 miliardi di persone non hanno un bagno in casa come quello che conosciamo noi, qui in Occidente. Per questo il 19 novembre è anche la Giornata mondiale del gabinetto, istituita dall’Onu nel 2013 come obiettivo di sviluppo sostenibile: garantire che tutti abbiano accesso a un bagno domestico gestito in sicurezza entro il 2030. Ciò rende i servizi igienico-sanitari fondamentali per sradicare la povertà estrema. La World Toilet Day è coordinata da UN-Water in collaborazione con governi e partner.
Qualche numero per riflettere
Il quotidiano Metro ha messo in fila alcuni numeri fondamentali per sintetizzare un’emergenza planetaria, quella dei servizi igienici di base.
- "Ogni dollaro investito in acqua e servizi igienici porta a 4 dollari per i rendimenti economici", Ban Ki Moon, VIII segretario generale delle Nazioni Unite.
- La scarsa igiene è la causa principale della mortalità infantile. Quasi 1 miliardo di persone (15% della popolazione mondiale) defeca all’aperto.
- La diarrea è la seconda causa principale di morte tra i bambini sotto i 5 anni. Si può prevenire con una corretta igiene e l’accesso all'acqua pulita.
- Ognuno di noi in Occidente utilizza in media 15 kg di carta igienica all’anno.
- Una persona media trascorre circa 3 anni di vita alla toilette.
- Sono di più le persone che hanno un cellulare di quelle che hanno un gabinetto.
In india l'emergenza più grave
In India, nazione più popolosa al mondo dopo la Cina, ben 732 milioni di persone (355 milioni di donne) non hanno accesso ai servizi igienici. Lo ha stabilito il rapporto 'Out Of Order:The State of the World's Toilets 2017', nonostante una nuova politica lanciata dal premier Narendra Modi, salito al potere nel 2014, che in tre anni ha visto aumentare i servizi igienici dal 39% al 65%, con la costruzione di 52 milioni di toilette nelle case degli indiani. Negli ultimi 3 anni il numero di persone costrette a defecare all'aperto si è ridotto del 40% (circa 100 milioni). In 15 anni la percentuale di persone senza accesso ai servizi igienici è scesa dal 78,3% del 2000 al 56% del 201. Il rapporto conclude che ogni anno 60.700 bambini sotto i 5 anni muoiono per malattie diarroiche. La diarrea resta la seconda causa di morte in questa fascia d'età.
Il caso del Ghana
Nel continente africano in questi giorni i riflettori dell'Onu e dei media si sono accesi sul Ghana, dove ancora oggi una persona su 5 defeca all’aperto e solo un casa ogni sette ha un bagno al suo interno. Sono gli sconfortanti dati di una situazione quasi insostenibile forniti a inizio settimana da Rushnan Murtaza, rappresentante dell’Unicef nella capitale, in occasione del lancio della “Campagna di Igiene Nazionale”. Secondo Murtaza, a meno che il paese non provveda velocemente, ci vorranno almeno 90 anni per risolvere questo problema. La campagna è partita lunedì, sotto gli auspici del presidente Nana Addo Dankwa Akufo-Addo, con il tema “Manteniamo il Ghana pulito: fai la tua parte”.
Il report, pubblicato ad aprile 2012 dal Programma Igiene e Acqua della Banca Mondiale, ha rilevato che la maggior parte, circa il 74% dei costi correlati alla spiacevole pratica, proviene dalla morte prematura di 19.000 ghanesi l’anno a causa di complicazioni legate alla diarrea, di cui 5.100 sono bambini sotto i 5 anni, e che quasi il 90% di queste morti è direttamente attribuibile a acqua infetta e mancanza di igiene. Questo, sempre secondo i dati della Banca Mondiale, rappresenta circa il 19% dei costi economici totali, legati alla sanità.
La mancanza di un bagno a scuola
Ogni anno il tema del World toilet cambia, e quest’anno il focus è sullo spreco di acqua, ricorda Il Corriere della Sera: "Si parla spesso di questioni di acqua e di igiene, ma mai di toilette", denunciava nel 2014 Rachid Lahlou, presidente del Secours Islamique France, aggiungendo: "Gli Stati considerano che si tratti di una questione legata alla sfera privata e non attuano piani nazionali". Defecare all’aperto per le bambine e le donne in alcune regioni significa rischiare di essere rapite o abusate sessualmente nella ricerca di un luogo appartato. Non solo: molte ragazzine nel mondo iniziano a saltare giorni di scuola quando entrano nella pubertà proprio per la mancanza di servizi igienici nelle scuole.
Un esempio? In Malawi nell’arco di un anno scolastico le assenze di una bambina dovute alle mestruazioni corrispondono mediamente a 0,8 giorni di scuola, in Etiopia il 51 per cento delle bambine perde da uno a quattro giorni di scuola al mese proprio per lo stesso motivo, in Uganda la percentuale arriva al 61%. Iniziative in tutto il mondo.Nella foto, una donna indiana pettina i capelli di una ragazza a Safeda Basti. L’attività di WaterAid rappresenta qui un esempio di come vadano cambiate le abitudini. Fornendo assistenza ad alcune famiglie per l’istallazione delle latrine e l’allacciamento alla rete fognaria della città, WaterAid è riuscita a sensibilizzare altre persone sull’importanza di avere migliori condizioni igienico-sanitarie (leggi qui il servizio completo del Corriere).