L'unica certezza è che, dopo la dichiarazione di indipendenza della Catalogna seguita al suo commissariamento, l'ex presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, è in fuga dalle accuse di ribellione, sedizione e malversazione della magistratura spagnola e si trova in Belgio. Non si sa però ancora se il presidente destituito chiederà o meno asilo a Bruxelles. Ad alimentare ad arte il dubbio l'avvocato che Puigdemont si è scelto, il fiammingo Paul Bekaert, a lungo difensore dei terroristi baschi dell'Eta residenti nel Paese, dei quali cercava di impedire l'estradizione in Spagna. Una scelta, quest'ultima, destinata di sicuro a scatenare accese polemiche in patria. È atteso alle 12 e 30 un suo discorso, con il quale si presume chiarirà le diverse domande rimaste in sospeso.
Chiederà asilo o no?
Secondo quanto il legale ha dichiarato allla tv belga fiamminga Vrt "Puigdemont non è in Belgio per chiedere asilo politico". Salvo poi aggiungere che "non c'è nulla ancora di già deciso su questo tema", dove la parola "ancora" lascia aperta la strada al deposto di un'istanza alle autorità di Bruxelles, per mantenere la suspence. Infatti al quotidiano spagnolo El Pais, Bekaert ha fatto intendere l'opposto: "Nulla è stato ancora deciso sulla richiesta di asilo ma domani presenterò una memoria del mio assistito sul caso". L'avvocato ha il suo studio nella cittadina fiamminga di Tielt e ha ricordato di aver difeso "per oltre 20 anni" terroristi baschi dell'Eta e di avere "una grande esperienza nei casi di opposizione all'estradizione e nelle richieste di asilo".
È davvero protetto dai nazionalisti fiamminghi?
Sarebbero invece i politici nazionalisti fiamminghi a sostenere e proteggere Puigedmont e gli altri 5 ex 'ministri' catalani scappati con lui. L'incontro tra Puigdemont e il legale belga è avvenuto a Bruxelles e sarebbe stato organizzato da Amadeu Altafaj, ex capo della rappresentanza della Generalitat catalana a Bruxelles, anche lui tra gli alti funzionari indipendentisti destituiti dal governo spagnolo. Joachim Pohlmann, portavoce di N-Va, il partito nazionalista fiammingo, smentisce però queste indiscrezioni di stampa: "Se Puigdemont è a Bruxelles, non è certamente stato invitato dal nostro partito".
Domenica scorsa il ministro belga per l'Immigrazione, Theo Francken, esponente di punta di N-VA, aveva detto che il Belgio potrebbe concedere l'asilo a Puigdemont. Il giorno dopo Francken tace, mentre è intervenuto Elio Di Rupo, leader del Partito socialista francofono, il principale dell'opposizione in Belgio, che ha chiesto al governo guidato da Charles Michel "spiegazioni" sulla presenza dell'ex presidente catalano a Bruxelles. Da Madrid, il Partito Popolare parla di "follia" e "assoluta disperazione".
Quando e come è fuggito?
In auto da Barcellona a Marsiglia e poi in volo dalla città francese a Bruxelles. Questo l'itinerario seguito dall'ex presidente della Generalitat di Catalogna e dai cinque membri dell'esecutivo che lo hanno seguito. Non è chiaro quando i membri dell'ex Govern catalano abbiano lasciato Barcellona, ma l'ultima apparizione pubblica di Puigdemont risale a sabato scorso, quando in un messaggio registrato sulle scale della sede della delegazione di governo di Girona, l'ex leader indipendentista ha detto che i partiti catalani avrebbero fatto una "opposizione democratica" alla decisione di Madrid di applicare l'articolo 155 della Costituzione. Secondo immagini mostrate dalla emittente Sexta TV, nelle stesse ore in cui andava in onda la registrazione, Puigdemont stava pranzando in un ristorante di Girona.
I cinque membrei dell'esecutivo che si trovano a Bruxelles con Puigdemont sono: il consigliere per il Governatorato, Meritxell Borras, quello per la Salute, Antoni Comín, per gli Interni, Joaquim Forn, per il Lavoro, Dolors Bassa e infine il consigliere per Agricoltura, pesca e alimentazione, Meritxell Serret. Borras e Forn fanno parte del PDeCAT, il partito di Puigdemont, gli altri tre, Comin, Bassa e Serret sono esponenti della Esquerra Republicana de Catalunya.