A undici giorni dal referendum indipendentista, Madrid tenta di mettere un punto fermo all'incertezza che regna nei rapporti tra l'esecutivo centrale spagnolo e quello autonomo della Catalogna e lancia un ultimatum. Come scrive Repubblica, nella richiesta che attiva l'articolo 155 della Costituzione, il premier spagnolo Mariano Rajoy ha dato tempo fino alle ore 10 di lunedì 16 ottobre al presidente catalano Carles Puigdemont per confermare se ha dichiarato o meno l'indipendenza della Catalogna.
Catalogna pronta a dialogo senza precondizioni
Il governo catalano inoltre ha tempo fino a giovedì prossimo per rettificare ed evitare l'applicazione dell'articolo 155. La richiesta, scrive il Corriere della Sera, è stata consegnata alla Generalitat. La decisione di Madrid sembra l'unico punto chiaro, e sostenuto da certezza giuridica, da almeno 24 ore, ovvero da quando Puigdemont, martedì, aveva surrealmente sospeso gli effetti di una indipendenza che non aveva mai dichiarato. Oggi il presidente catalano, infilatosi probabilmente in qualcosa più grande di lui, si è detto disposto a un dialogo senza 'precondizioni' con Madrid, senza però precisare a cosa si riferisse: "Siamo arrivati a un punto in cui la cosa più importante è che non ci siano precondizioni per sedersi e parlare nelle condizioni adeguate", ha affermato in una intervista alla Cnn. "Il rapporto tra Spagna e Catalogna non funziona" e per questo serve "un dialogo tra i rappresentanti di entrambe le istituzioni per avvicinare le posizioni".
La fermezza composta di Madrid
Madrid, questa volta, non sembra voler fare errori di tattica e di immagine, scrive Huffington Post, e mostra fermezza senza eccessi. "Non è possibile accettare, presentata nella forma di dialogo, l'imposizione di punti di vista che è impossibile accettare", ha risposto Rajoy di fronte al parlamento. "Tanto meno si può negoziare in merito al complesso della sovranità della Spagna e all'indivisibilità della nazione spagnola... Spetta a Puidgemont decidere se far tornare tutto alla normalità o alimentare la tensione", ha aggiunto Rajoy, che con l'ultimatum, stilato al termine di un Consiglio dei ministri di emergenza convocato questa mattina, ha rimandato la palla nel campo degli indipendentisti.
Cosa prevede l'articolo 155
Chiudere il parlamento regionale (Parlament), mettere i Mossos d'Esquadra agli ordini diretti del ministero dell'Interno o addirittura scioglierli, convocare nuove elezioni regionali. Sono questi alcuni ipotetici casi di uno scenario che, come si legge su Quotidiano.net, preveda l'applicazione dell'art.155 della Costituzione spagnola, che scatterà se lunedì 16 ottobre, e in ultima istanza giovedì prossimo, il governo autonomo della Catalogna avrà confermato di aver pronunciato una dichiarazione di indipendenza. "Se una Comunità autonoma - recita il testo dell'art.155, mai applicato in 40 anni - non adempie agli obblighi che la Costituzione e altre leggi impongono, o attenti gravemente all'interesse generale della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità autonoma, e, nel caso in cui non riceva risposta, con l'approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà adottare le misure necessarie affinché quella sia obbligata ad adempia a detti obblighi o per la protezione dell'interesse generale".
Quello che Madrid non può fare
La Spagna consiste di 17 regioni semi-autonome, ciascuna delle quali esercita uno specifico grado di controllo in determinati settori, dalle finanze, all'istruzione alla salute. Madrid, scrive il Messaggero, può calibrare il proprio intervento, decidendo in quale modo condizionare la Catalogna e i suoi vertici. Ma quel che non può fare, avvertono alcuni esperti secondo il quotidiano La Vanguardia, è la sospensione o la soppressione della stessa autonomia, concessa nel 1978, dopo la dittatura di Francisco Franco.