I combattenti dello Stato islamico depongono le armi e si presentano all'esercito iracheno con le mani in alto e le pance vuote perché il califfato non li paga più e non ha i soldi nemmeno per sfamarli. Lo scrive il Sun riportando le dichiarazioni del generale Paul Frank, comandante di una task force contro lo Stato islamico. "È una tendenza crescente che stiamo riscontrando - spiega - si arrendono subito e ci spiegano che i loro capi li hanno abbandonati senza più pagarli né nutrirli".
Sono i commenti raccolti anche dalle forze curde dei Peshmerga. Giovedì l'esercito iracheno è riuscito a riconquistare Hawija una delle ultime roccaforti dello Stato islamico senza particolare resistenza da parte degli uomini del califfato. "Siamo rimasti sorpresi dalla velocità con cui il nemico ha abbandonato", commenta ancora il generale Frank. L'offensiva su Hawija è infatti durata solo un paio di settimane.
Nulla in confronto alla violenta battaglia andata avanti per oltre nove mesi per la liberazione di Mosul. Un confronto diretto tra le due città sarebbe azzardato ma le intenzioni dei combattenti sono sicuramente cambiate nel tempo. A Mosul in tanti hanno voluto resistere fino alla morte, come ha ricordato anche Al Baghdadi nel suo ultimo messaggio audio pubblicato, ma di Hawija non si può dire lo stesso. Le foto dei combattenti del califfato che si sono arresi rappresentano tutta la fragilità attuale del gruppo terroristico. E' comunque ancora troppo presto per festeggiare la liberazione dell'Iraq: sono ancora migliaia gli uomini fedeli al califfo che combattono sull'ormai ex territorio di Al Baghdadi. "Non sarà né facile né veloce cacciarli via tutti", conferma il capo della task force.