I collegamenti con l'Isis, il nome sbagliato, le vittime inesistenti: mentre l'America è ancora sotto shock per quella che è considerata la più grave sparatoria della storia degli Usa, in cui hanno perso la vita 59 persone e oltre 500 sono rimaste ferite, il New York Times prova a fare chiarezza su ciò che è davvero successo lunedì al Route 91 Harvest Festival. E lo fa con un articolo che riprende e smentisce tutte le fake news circolate su internet nelle ore successive alla strage compiuta da Stephen Paddock. Ecco i 5 punti del fact checking del quotidiano di New York.
1 - Gli utenti dei social media hanno identificato lo stragista. Ma non era lui
Prima che la polizia diffondesse il nome di Stephen Paddock, alcuni blogger e utenti internet avevano incolpato un certo Geary Danley di essere il killer. In un post poi rimosso, il blog di estrema destra The Gateway Pundit aveva descritto Danley come "un tipo strano" osservando come su Facebook seguisse diversi account dedicati a politiche liberali. E' tutto falso. Queste notizie infondate sarebbero state originate da un anonimo attraverso la piattaforma di messaggistica 4chan.
2 - Collegamenti con l'Isis non fondati
Isis ha rivendicato l'attacco e dichiarato che Paddock si era convertito di recente all'Islam. Tuttavia un portavoce dell'FBI ha fatto sapere che non esiste alcuna prova finora di un collegamento tra il killer e i gruppi terroristici internazionali. Ancora però alcuni account presenti sui social media sostengono che Paddock si sia radicalizzato. La giornalista del New York Times che si occupa di Isis, Rukmini Callimachi, ha evidenziato su Twitter che lo Stato Islamico ha rivendicato erroneamente due recenti attacchi. A partire da quello di Manila.
3 - La complice
Gli utenti di Facebook e Twitter hanno fatto circolare un video - diventato subito virale - in cui una delle persone presenti al concerto raccontava di una donna che avrebbe detto a un gruppo di ragazzi "Morirete tutti". La donna, che secondo il video sapeva già tutto, sarebbe Marilou Danley, compagna di Paddock. Tuttavia, secondo la polizia "non sarebbe coinvolta nella sparatoria" perché al momento dei fatti si trovava fuori dal Paese.
4 - L'identificazione delle vittime
Subito dopo la sparatoria, sui social sono comparse migliaia di messaggi di persone preoccupate per i loro cari. Tra le richieste però sono circolate anche parecchi nomi e foto di estranei, identificati come le vittime di Las Vegas. Tra questi anche un giocatore di calcio tedesco, una pornostar, star dei social media e un sospetto omicida messicano.
5 - La legge sulle armi di Las Vegas che "crea confusione"
Molti utenti sostengono che l'uso delle armi automatiche sia illegale a Las Vegas. Ciò non è esattamente vero. Per prima cosa, non è ancora chiaro che tipo di arma abbia usato Paddock. Secondo la polizia ne aveva con sé almeno 10. Ma la velocità con cui ha sparato ha fatto sorgere l'ipotesi che il killer abbia utilizzato un'arma automatica. Tuttavia, non è ancora confermato. Inoltre, sebbene le armi automatiche per scopi civili siano fuori legge dal 1986, l'Ufficio per l'Alcol, il Tabacco, le Armi e gli Esplosivi ha calcolato 175mila armi automatiche registrate negli Usa a partire dal 2015. In alcuni stati come l'Iowa e le Hawaii esistono delle restrizioni aggiuntive sull'uso di tali armi, ma non in Nevada dove è"legale il possesso, l'acquisto o la vendita di armi automatiche registrate legalmente e nel pieno rispetto delle leggi federali".