Torna il gelo tra gli Stati Uniti e Cuba. Washington ha ordinato al 60% del personale dell'ambasciata all'Avana di lasciare il Paese e ha annunciato la sospensione a tempo indeterminato del rilascio dei visti, in seguito a una serie di misteriosi attacchi 'acustici' che hanno causato problemi a 21 tra dipendenti della rappresentanza diplomatica e loro familiari. Stop, scrive il Post, anche alle visite di delegazioni ufficiali mentre i cittadini americani sono stati invitati a non recarsi nell'isola per timore di attacchi negli hotel che possano mettere a rischio la loro salute. All'Avana resterà solo lo staff dell'ambasciata strettamente indispensabile, il personale d'emergenza, ma senza i familiari.
Rapporti diplomatici vanno avanti
Non si interrompono comunque i rapporti diplomatici riallacciati da Barack Obama e Raul Castro nel 2015, dopo 54 anni. La questione della salute dei diplomatici, scrive Repubblica, era stata sollevata martedì dal segretario di Stato americano, Rex Tillerson, in un franco incontro a Washington con il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez.
Che danni provocano gli 'attacchi' acustici
Gli 'attacchi' ripetuti e mirati contro il personale dell'ambasciata sono iniziati a novembre 2016 ma l'ultimo risale ad agosto. Tra i sintomi accusati, perdita dell'udito, forti mal di testa, leggeri edema cerebrali, perdita dell'equilibrio e deficit cognitivo. Due diplomatici, in particolare, hanno riportato gravi danni all'udito e per uno si tratta di una perdita permanente. In alcuni casi sarebbe stato preso di mira anche lo staff dell'ambasciata canadese.
Sugli attacchi indaga l'Fbi che non esclude l'impiego di una nuova e sofisticata arma segreta con ultrasuoni diretta nelle abitazioni dei diplomatici. Questi ultimi si svegliavano nel cuore della notte con un rumore di insetti o di metalli che graffiano il pavimento che gli causava vari disturbi.
La decisione Usa è "affrettata"
L'Avana ha negato con forza ogni coinvolgimento e ha evocato la possibilità che si tratti dell'opera di agenti di un Paese terzo e, come si legge si Tgcom24, ha definito "affrettata" la decisione Usa ribadendo che l'isola punta a "una cooperazione attiva" per chiarire il misterioso caso degli "attacchi acustici" ai diplomatici statunitensi. Cuba "non ha alcuna responsabilità e rispetta la "protezione dell'integrità dei diplomatici accreditati e dei loro familiari". Per gli Usa, però, le autorità cubane hanno comunque il dovere di proteggere i membri del corpo diplomatico sul loro territorio.
Come si legge sul Corriere della Sera, molti diplomatici si sono detti contrari al rimpatrio spiegando che fa il gioco degli autori degli attacchi e sguarnisce l'ambasciata in un periodo cruciale in vista della successione a Raul Castro. Il presidente, Domald Trump, è sempre stato freddo sull'accordo con Cuba e a giugno aveva promesso nuove restrizioni sui viaggi e sui commerci con Cuba se L'Avana non garantità libertà politiche e rispetto dei diritti umani.