Ollie, che paga il prezzo della dipendenza della mamma
È questo il caso di Ollie, adottato da Sarah e Dave 14 anni fa, quando il piccolo aveva solo 10 mesi. Presto iniziarono a emergere i primi problemi: "Era iperattivo, ma parlava molto lentamente e litigava costantemente con gli amichetti. In seguito gli fu diagnosticata una forma di autismo, connessa alla dipendenza da eroina della mamma in gravidanza". Ollie è incapace di relazionarsi con le proprie emozioni, manca di empatia e non ha la percezione delle conseguenze delle azioni. E a scuola i problemi emergono ancora di più. Se Ollie ha terminato le elementari seppur con qualche difficoltà, a Sarah e Dave fu subito chiaro che non sarebbe stato lo stesso per le scuole secondarie. Così Sarah ha lottato per far rientrare suo figlio nell'Education Health Care Plan - un programma per i bambini che necessitano di un sostegno speciale - raccontando le sue vicissitudini con i servizi sociali. "C'è questa idea di fondo, sbagliata, che i servizi sanno come lavorare insieme. Non è così. Io sono stata sbattuta da un'agenzia a un'altra". "E' molto difficile farsi ascoltare e aiutare, ci vuole un grande dose di resilienza".
La lotta contro i mulini a vento di Sarah
Dopo 18 mesi, Ollie fu ammesso al programma, ma fu l'inizio di nuovi guai. Circondato da bambini con vari problemi sociali e caratteriali, Oliie iniziò a sfidare l'autorità e fu coinvolto in storie di gang e droga. Così la famiglia decise di trasferirsi in un'altra zona del Paese, ma le cose non migliorarono affatto. Anzi... Oggi Sarah continua a lottare, a fare telefonate a vuoto, a cercare un aiuto su come gestire il caso di suo figlio, mentre Ollie è sempre più imprevedibile. Di recente è stato incarcerato per il possesso di un coltello, poi è scappato di casa per una settimana. Era scomparso, nessuno sapeva più dove fosse. Alla fine è tornato a casa per rubare dei soldi. "Non dovrebbe essere tutto così straordinariamente difficile", sostiene Sarah che punta ancora il dito contro i servizi sociali che lasciano i genitori adottivi con problemi del genere a fare la guerra alla burocrazia.
"I bambini adottati sono i più vulnerabili della società"
"Lo studio rispecchia una realtà che conosciamo benissimo con molte famiglie che affrontano sfide immani", sostiene Sue Armstrong Brown, presidente di Adoption UK. "In un mondo utopico, sarebbe tutto stabile e pacato, ma stiamo parlando dei più vulnerabili bambini della società". Molti di loro hanno subito traumi, abusi, che provocano una vasta gamma di problemi psicologici anche seri. Secondo alcune ricerche, tre quarti dei bambini adottati presenta disturbi del genere.