Il cammino per l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue è tutto in salita e le difficoltà non accennano a dissiparsi. Il terzo round di colloqui è iniziato lunedì ma il clima non è dei migliori e Bruxelles si è lamentata, invitando Londra a impegnarsi seriamente.
I nodi restano sempre gli stessi: il futuro dei cittadini comunitari nel Regno Unito, il conto del ‘divorzio’ che Londra dovrà pagare e il confine tra Irlanda e Irlanda del Nord. Il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker, ha ricordato che senza passi avanti su questi punti, non si comincerà a discutere di un futuro accordo commerciale tra Gb e Ue.
“Nessuna” delle proposte avanzate finora dal governo britannico “è soddisfacente”, ha sottolineato, ricordando che “c’è ancora un’enorme mole di questioni da risolvere”.
Secondo Londra, è "ambiguità costruttiva"
L’ambiguità finora dimostrata dal governo britannico – che tanta frustrazione ha causato e continua a causare nei ranghi europei - non è casuale, ma intenzionale, ha spiegato in una recente intervista alla Bbc il capo negoziatore inglese, David Davis, rivendicando l’“ambiguità costruttiva” tenuta da Londra, tanto che il processo per la Brexit, a suo dire, sta andando “incredibilmente bene”. “Vogliamo bloccare i punti su cui siamo d’accordo, disfare le aree su cui non siamo d’accordo e fare ulteriori progressi su una serie di questioni. Ma per farlo chiederemo flessibilità e immaginazione da entrambi le parti”, ha aggiunto il cosiddetto "ministro per la Brexit".
Non è proprio così che la vede Michel Barnier, alla guida della squadra Ue incaricata di negoziare l’uscita del Regno Unito. Per l’uomo di Bruxelles, ha riferito la Bbc, Londra deve avere “carte chiare per avere negoziati costruttivi. E prima eliminiamo l’ambiguità, prima saremo nella posizione di discutere la futura relazione e un periodo di transizione”. “Dobbiamo cominciare a negoziare seriamente”, ha intimato.
Per l'ex ministro delle Finanze (conservatore) Corbyn è più credibile di May
In un’editoriale sull’Evening Standard, l’ex cancelliere dello Scacchiere, il conservatore George Osborne, è tornato ad attaccare la politica del premier Theresa May, sostenendo che ora come ora sia più credibile la ricetta dei laburisti per la Brexit. “Theresa May è stata eletta leader dei Conservatori perché offriva un compromesso pragmatico dopo che il partito si era spaccato sul referendum europeo. Lei aveva votato per restare ma disse di capire le preoccupazione di voleva andarsene”. La situazione, un anno dopo, si è ribaltata secondo Osborne: “Ora è il leader conservatore che è appeso all'ideologia e il leader dei laburisti che vede vantaggi nel compromesso”.
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Il direttore editoriale del Financial Times, Robert Shrimsley, qualche giorno fa ha ironizzato sulla confusione che sembra regnare a Downing Street, riportando un colloquio con Abrexa, un’immaginaria assistente digitale creata dal quotidiano per fare luce sulle posizioni di Londra e aiutare i lettori a stare al passo con gli sviluppi. Lo scambio che ne esce è abbastanza fumoso…Tranne il desiderio di Abrexa di fare domanda per un passaporto irlandese.