“Sono stato licenziato da Google questo lunedì per un documento che ho scritto e fatto circolare internamente su alcuni temi considerati tabù e su come questi offuscano alcuni nostri pensieri sulla diversità tra uomini e donne”. James Damore, l’ex ingegnere di Google che la società ha licenziato lo scorso 7 agosto, ha scritto una lunga lettera al Wall Street Journal dove spiega la sua versione dei fatti. E perché il suo licenziamento è stato motivato più dal dominio del pensiero del politicamente corretto che da una critica fatta alle donne. “Ho detto che almeno qualcuna delle disparità tra uomo e donna nel tech è attribuibile a differenze biologiche (e, sì, ho detto che i pregiudizi conto le donne è uno dei fattori)”. E questo, insomma, a Google non è piaciuto.
"Google è diventata chiusa ad ogni pensiero diverso"
“Il mio documento di 10 pagine racconta quello che considero un argomento ragionato e ben documentato, ma, come ho scritto, il punto di vista che cercavo di portare avanti è generalmente soppresso da Google. E il mio licenziamento lo dimostra. Ma come ha fatto Google, la società che assume le persone più intelligenti del mondo, a diventare così ideologicamente chiusa e intollerante al dibattito scientifico e al ragionamento?” si chiede Damore. Che accusa Google di aver chiuso il proprio pensiero in una specie di ‘camera di riverbero’ (echo-chamber), ovvero un luogo dove le discussioni avvengono solo in funzione di conferma delle proprie convinzioni. Insomma, da quello che racconta Damore in Silicon Valley (Google ne è un po' il cuore) ci sarebbe un così alto senso del politicamente corretto da aver azzerato qualsiasi tipo di discussione su temi su cui proprio non si deve discutere. Anche quando le discussioni sono argomentate con quelle che chiama 'prove scientifiche'.
"In Silicon Valley si vive in camere di riverbero del pensiero"
“Le echo chamber si autoalimentano creando uno spirito condiviso e mantenendo la discussione confinata entro certi limiti. Come ha osservato una volta Noam Chomsky “La via intelligente per fare in modo che le persone restino passive e obbediente, è limitarne fortemente lo spettro delle opinioni accettabili””. “L’errore più grosso che ho commesso è stato schierarmi contro il credo di Google dicendo che non tutte le disparità tra uomini e donne che vediamo nel mondo sono dovute alla discriminazione”. “Se Google continuerà ad ignorare il vero problema sollevato dalle sue politiche sulla diversità e sulla cultura aziendale, camminerà alla cieca verso il futuro - incapace di venire incontro ai bisogno dei suoi dipendenti meritevoli e scontentando miliardi di utenti”.