A California, un piccolo centro di settemila anime nello Stato della Pennsylvania, la popolazione è in rivolta dopo l'arrivo di quaranta rom, giunti un paio di mesi fa dalla Romania come rifugiati grazie ad un programma del dipartimento dell'immigrazione. Né l'amministrazione, né il capo della polizia locale, però, pare siano stati avvertiti in anticipo dal governo o dalle autorità competenti. E, durante l'ultimo consiglio cittadino, sono volate parole di fuoco.
La stampa di destra all'attacco
Il caso ha fatto il giro della nazione grazie a un pezzo pubblicato dal quotidiano locale, la Pittsburgh Post-Gazette, sull'ultimo rovente consiglio comunale. La storia è stata poi ripresa dal canale televisivo Fox News, con il giornalista e commentatore politico Tucker Carlson in prima fila a denunciare le magagne dell'integrazione in America. Le accuse sono feroci, i "crimini" giudicati inaccettabili. Secondo i residenti, i nuovi arrivati getterebbero la spazzatura in giardino, non pulirebbero adeguatamente il proprio cortile, non rispetterebbero il codice della strada né le buone maniere nei negozi. Ma, soprattutto, qualcuno dei bambini sarebbe stato visto defecare in pubblico.
Il magazine Newsweek non usa mezzi termini: la lettura offerta da Fox e degli altri media conservatori può essere definita a pieno titolo "antiziganismo, ovvero pregiudizio contro i rom", che secondo la Banca Mondiale restano la minoranza più vulnerabile dell'Europa dell'Est, con il 71% della comunità che fa i conti con la povertà. Severo è anche il giudizio di Media Matters for America, un ente di sorveglianza, che denuncia l'esagerazione dei titoli di alcune testate. Come il sito di estrema destra Breitbart News che strilla: "In Pennsylvania i residenti protestano contro gli immigrati che defecano per strada e decapitano polli".
"Siamo scappati a causa del razzismo"
"Siamo scappati non perché siamo poveri, ma a causa del razzismo. Cerchiamo asilo politico qui in America", spiega un giovane rom al giornale locale. Ma le voci che si levano da California, non sentono ragioni. Tra esse c'è quella di Janet Bateman, residente da oltre mezzo secolo. "Come hanno fatto ad arrivare qui? Questo non è lo Stato della California, pieno di sole. Qui siamo in un'altra California, un piccolo paese in Pennsylvania. Chi ha lanciato una freccetta a caso sulla mappa colpendo la nostra cittadina?" dice indignata la signora alla Pittsburgh Post-Gazette. Eppure il paese ha anche un altro volto, quello di coloro che stanno cercando di accogliere e comprendere.
Sono in tanti ad aver allargato le braccia ai nuovi arrivati. I quali, sottolinea qualcuno, non hanno mai fatto nulla di particolarmente grave o violento. La pensa così la giovane Charlene Redmond, decisa a stabilire un dialogo: "Mi hanno invitato a cena a casa loro, abbiamo mangiato sotto il portico. È stato bello". Chissà cosa penserebbe Viola Liuzzo, la cittadina più illustre di California. È proprio in questo piccolo centro, infatti, che nacque nel 1925 l'attivista ed eroina del Civil Rights Movement, l'unica donna bianca a sacrificare la sua vita durante la stagione del movimento per i diritti civili degli afroamericani, negli anni Sessanta. Se il Ku Klux Klan non l'avesse assassinata a 39 anni, forse oggi Viola sarebbe nel giardino dei suoi nuovi vicini, intenta a imparare qualche parola di romani.