Sei anni di conflitto in Siria sono costati all'economia del Paese 226 miliardi di dollari. E’ quanto ha detto in un report la Banca mondiale, pubblicato lunedì. La guerra ha ucciso finora 320 mila persone e ha causato l’esodo di almeno metà della popolazione dalle proprie città d’origine. “La guerra in Siria sta dissolvendo sia l’economia che la società del paese” ha detto il vice presidente della Banca Mondiale per il Medioriente, Hafez Ghanem. “La guerra sta distruggendo le istituzioni economiche e sociali necessarie ad una nazione”, ha continuato Ghanem, “e ristabilirle sarà un compito molto difficile e sempre meno raggiungibile se la guerra continuerà ad andare avanti”.
226 miliardi di perdite sono stati stimati dal 2010 ad oggi. Il report calcola che oltre il 27% delle case, degli ospedali e delle scuole sono state distrutte nel conflitto finora. Più di una su quattro. Il calcolo di questo dato della Banca Mondiale è stato fatto grazie ad una ricerca satellitare che in questi mesi ha mappato il territorio siriano.
538mila posti di lavoro sono stati persi o distrutti tra il 2010 e il 2015, e tre quarti della popolazione siriana in età da lavoro oggi è disoccupata. “L’inattività di queste persone, se dovesse continuare ancora, causerebbe ulteriore danno all’economia e alla società del paese perché si perderebbe tutto il valore del capitale umano siriano”, ha detto Ghanem. Il tutto peggiorato dal fatto che la fiducia della popolazione in se stessa, e tra i suoi strati, risulta già gravemente danneggiata.