Sembra già finita la luna di miele tra Emmanuel Macron e quell'opinione pubblica di orientamento multiculturale e progressista che lo aveva salutato come argine al populismo fascistoide incarnato da Marine Le Pen. Nella stessa giornata che ha visto la presidente della Camera, Laura Boldrini, affermare che il presidente francese ha "perso il suo europeismo" per aver mantenuto chiusi i porti transalpini all'esodo di disperati attraverso il Mediterraneo, Macron è finito sotto attacco sui social network per alcune affermazioni sull'Africa pronunciate durante la conferenza stampa del G20 di Amburgo.
Alla domanda di un giornalista della Costa d'Avorio sul perché non fosse ancora stato lanciato un "Piano Marshall" per l'Africa, Macron ha risposto che "il piano Marshall era un piano di ricostruzione, la sfida dell'Africa è del tutto diversa e molto più profonda, è una sfida di civiltà, dobbiamo sviluppare politiche molto più sofisticate del Piano Marshall".
Cosa ha detto veramente Macron
La risposta integrale di Macron, tradotta in inglese da All Africa, mostra come Macron stili un elenco lungo e variegato dei problemi che attanagliano il continente: "Quali sono i problemi in Africa? Stati falliti, complesse transizioni democratiche, infrastrutture, frontiere porose che pongono un problema di sicurezza e coordinamento regionale, traffico di droga, traffico di armi, traffico di esseri umani, traffico di beni culturali e fondamentalismo violento, terrorismo islamico. Tutte queste cose insieme creano difficoltà in Africa. Allo stesso tempo ci sono Paesi che hanno un incredibile successo, con un tasso di crescita straordinario che fa dire alle persone che l'Africa è una terra di opportunità. Di grande importanza è la sfida demografica. Quando ci sono Paesi che contano ancora 7 e 8 figli per donna, puoi decidere di spendere miliardi di euro e non raggiungerai la stabilizzazione".
E quale messaggio è passato sui social
I commenti indignati sui social network che hanno accolto tali dichiarazioni si sono però concentrate su solo due punti, spesso decontestualizzandoli del tutto: l'uso del termine "sfida di civiltà" (che sarebbe "razzista") e l'accento posto sulla rapidissima crescita demografica dell'Africa (che sarebbe invece "sessista").
Nella fenomenologia di internet, in questi casi, si parla di "triggering", ovvero di reazione pavloviana ed emotiva non mediata dalla comprensione del messaggio. Si può sicuramente osservare come il pesantissimo passato coloniale francese (del quale è tuttavia difficile ritenere Macron direttamente responsabile) abbia un suo ruolo negli attuali problemi dell'Africa. A patto di analizzare il problema in maniera argomentata. Cosa non proprio frequentissima su Twitter.
Alcune testate di orientamento "liberal", pur avendo molto più di 140 caratteri a disposizione, non hanno risparmiato giudizi altrettanto lapidari. Per Quartz, ad esempio, le affermazioni dell'inquilino dell'Eliseo sono "senza dubbio razziste" e "hanno la perversione di riecheggiare la missione civilizzatrice al centro del colonialismo francese". Non solo, la Francia continuerebbe a "rifiutarsi in maniera ostinata di capitalizzare sulla diversità", avrebbe "un'ossessione per l'Islam" e la sua difesa della laicità non farebbe altro che "galvanizzare gli oppositori".
Nel frattempo, giusto per non farsi mancare davvero nulla, sui forum cari alla cosiddetta alt-right americana, i suprematisti bianchi da tastiera si cimentano in surreali discussioni sulla possibilità di inserire Macron nel loro scombinato pantheon.