All’università di Nanchino, le studentesse più belle e intelligenti si sono viste offrire 80mila yuan (10.700 euro circa) in cambio … dei loro ovuli. Ma la pratica, che sta prendendo sempre più piede, è del tutto illegale. Lo riporta il quotidiano di Hong Kong, "South China Morning Post", che cita il Modern Express. E non è un fenomeno circoscritto alla megalopoli della provincia del Jiangsu: a febbraio aveva fatto discutere la notizia di una studentessa di circa 20 anni di Shanghai che aveva venduto 20 ovuli sul mercato nero in cambio di 250mila yuan (33.500 euro). Come tante altre coetanee, la ragazza aveva contrattato al rialzo di volta in volta il prezzo puntando sui suoi voti e sul suo aspetto fisico.
Una pratica fuori legge
Dal 2006 la Cina ha vietato la vendita degli ovuli e le attività legate alla maternità surrogata, da allora è emerso un mercato nero alimentato anche dalla revisione e sospensione nel 2015 della normativa sul figlio unico. Molte delle coppie che ricorrono in Cina al cosiddetto “utero in affitto” hanno perso anni prima il loro unico figlio. Nel 2006 la Commissione per la Pianificazione Familiare e la Salute ha stabilito che solo gli ovuli provenienti da donne che si sono sottoposte alla fecondazione in vitro possono essere utilizzati ai fini di una maternità surrogata. In tutti gli altri casi è assolutamente vietato.
Aumentano le giovani donatrici
Il giro d’affari gestito dalle agenzie per la fertilità trova un'ottima risposta nelle “giovani donne che di recente di sono mostrate molto interessate a vendere i loro ovuli”, ha spiegato al quotidiano un agente. Una volta presa la decisione, le donne vengono selezionate in base a diversi parametri: età, altezza, pelle, gruppo sanguigno, stato di salute. E’ possibile donare gli ovuli solo tre volte in tutto e tra un prelievo e un altro devono trascorrere almeno tre mesi, sostengono i responsabili di un’agenzia per la fertilità.
Una procedura per niente sicura
Tuttavia, la procedura non è così sicura: secondo Ling Xiufeng, esperto di riproduzione al Centro per la cura della mamma e del bambino di Nanchino, secondo cui un prelievo troppo frequente può causare seri problemi di salute. “Una donna produce uno, massimo due ovuli al mese. Se assume farmaci per produrre più ovuli, rischia di sviluppare la sindrome da iperstimolazione ovarica, conseguenza non frequente delle terapie mediche associate alle tecniche di riproduzione assistita. Secondo gli studi, la sindrome si manifesta con La sindrome da iperstimolazione ovarica si manifesta con:
- sensazione di gonfiore addominale
- aumento di peso
- senso di pesantezza al bacino
- diminuzione della quantità di urina giornaliera
- sensazione di sete
- vomito
E se non trattata adeguatamente alla lunga la sindrome può condurre anche all’infertilità.
Il prezzo per diventare genitori
Un’altra fonte anonima ha spiegato al Modern Express che il costo base per un ovulo per gli aspiranti genitori è “piuttosto basso se confrontato con i 400mila yuan (circa 53mila euro) di base di una maternità surrogata. Un prezzo che sale a 600mila yuan (80mila euro) se la mamma dà alla luce un bambino e che tocca i 900mila (120mila euro) se il nascituro è maschio”.