Il presidente americano è solito usare un approccio ‘muscolare’ per ricordare quali sono i rapporti di forza, come sanno bene Shinzo Abe e gli altri leader mondiali
Donald Trump ed Emmanuel Macron. Due uomini uno di fronte all’altro per la prima volta, uno corpulento, l’altro più mingherlino. Si stringono la mano e quello che è un semplice gesto di cortesia diventa una prova di forza tra il paladino dell’America First e il campione europeista. La stretta di mano dura un tempo interminabile rispetto al solito protocollo, i due non si mollano, stringono e stringono, le nocche bianche, i volti in un sorriso tirato.
E’ lo stesso Macron, in un’intervista a Le Journal de Dimanche ad ammettere che lo spettacolo andato in scena a Bruxelles giovedì scorso,a margine del vertice Nato, “non è stato innocente, non è l’inizio e la fine di una politica ma un momento di verità”.
Macron: “Non è stato innocente, è il modo per farsi rispettare”
Nelle riprese si vede il neoeletto presidente francese guardare dritto negli occhi il leader della nazione più potente della terra che tenta per due volte di togliere la mano dalla stretta fin troppo convinta dell'interlocutore. “Dobbiamo dimostrare che non faremo piccole concessioni, neanche simboliche”, ha spiegato il nuovo inquilino dell’Eliseo, ricordando che "Donald Trump, il presidente turco e il presidente russo sono in una logica di equilibrio di potere, che non mi dà fastidio”. “Io non credo alla diplomazia della invettive pubbliche – ha aggiunto - ma nei miei incontri bilaterali, non lascio che accada nulla, è così che ci si fa rispettare”.
Un atteggiamento al quale Trump non era preparato, abituato com’è ad essere lui a usare la stretta di mano per ricordare quali sono i rapporti di forza, con un tipico gesto in cui stringe e tira l’interlocutore verso di sé, ribadendo la sua posizione di supremazia.
La stretta di mano da 19 secondi con Shinzo Abe
Sono stati in tanti a farne le spese prima di Macron, a cominciare dal premier giapponese Shinzo Abe, che nel febbraio scorso ha incontrato il presidente americano da poco insediatosi a Washigton. In quell’occasione, come dimostra il video pubblicato su Twitter dalla stessa Casa Bianca, Trump agguanta la mano del leader nipponico e la stringe a lungo, sorridendo e dando l’impressione di non volerla lasciare. E prima di abbandonarla – dopo ben 19 secondi - per ben due volte tira a sé Abe, che quando finalmente viene ‘liberato’, esprime chiaramente un sospiro di sollievo.
Un ‘supplizio’ cui sono stati sottoposti in molti, anche tra gli alleati di partito, come lo stesso vice presidente Mike Pence e il giudice della Corte Suprema, Neil Gorsuch, ricorda la Cnn.
Ma c’è anche chi è arrivato preparato, come il premier canadese Justin Trudeau, che dopo aver visto la sorte toccata al collega giapponese, si è presentato alla porta della Casa Bianca con una stretta di mano decisa, accompagnata da una seconda mano sulla spalla, in una morsa che non lasciava scampo.
La mano di Melania che sfugge
E nella carrellata di strette di mano di Trump, c’è anche di recente quella ‘mancata’ con la moglie Melania all’arrivo all’aeroporto di Tel Aviv, la pietra dello scandalo che ha suscitato un’ondata di interrogativi e ilarità, divenendo virale sulla Rete.
Il primo ad accorgersene è stato il quotidiano israeliano Haaretz, che ha pubblicato un video su Twitter in cui si vede chiaramente il presidente cercare la mano della moglie e lei che lo respinge bruscamente. Un teatrino che si è ripetuto anche all’arrivo a Roma, scendendo dall’Air Force One. Finalmente, in visita alla Cappella Sistina, i due sono stati ripresi insieme, mano nella mano.
Guarda anche la stretta di mano tra Trump e Gentiloni a Taormina. Il video