Il giornalista e documentarista Gabriele Del Grande è libero. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, che è stato informato dlal'omologo turco Mevlut Cavusoglu. "Non ho ancora capito perché sono stato fermato", ha spiegato Del Grande ai giornalisti che lo attendevano all'aeroporto di Bologna.
Del Grande, 35 anni, originario di Lucca, era stato fermato in Turchia nella provincia sud-orientale di Hatay, al confine con la Siria perché sprovvisto del necessario permesso stampa da richiedere per svolgere il lavoro da giornalista in Turchia. Da sempre Paese difficile per la libertà stampa, dopo il fallito colpo di Stato dello scorso 15 luglio ai danni del Presidente Erdogan le procedure si sono ancora più irrigidite.
Del Grande: una vita per i migranti
Gabriele Del Grande lavora in particolare sulla questione dei migranti, e sulle traversie che vivono nel tentativo di arrivare in Europa. Ha scritto diversi libri in proposito, tra cui “Mamadou va a morire” (2007) e "Il mare di mezzo" (2010), che hanno anche vinto dei premi. All’attivo anche un docufilm, “Io sto con la sposa” (2014), che narra lo stratagemma di un gruppo di palestinesi che, per raggiungere la Svezia dall’Italia, inscenò un finto matrimonio con tanto di corteo, sperando che mai i poliziotti si sarebbero permessi di fermare una processione nuziale.
Proprio al suo docufilm si era ispirata la campagna social per ottenere la sua liberazione dal cercere turco.
Del Grande tiene anche un blog, Fortress Europe, nato nel 2006 come “osservatorio sulle vittime della frontiera”. Molto visitato, ha anche ricevuto finanziamenti anche dalla Open Society Foundation di George Soros. In un post è del 16 febbraio 2016, e riassume tutti gli incidenti nei quali hanno perso la vita migranti che tentavano di entrare nel nostro continente. Sul blog è anche disponibile un lungo reportage sulla guerra in Siria.
Le tappe della vicenda
- 9 aprile - Viene fermato durante un controllo di sicurezza nella provincia di Hatay, al confine sud-ovest della Turchia, in una zona in cui non è consentito l'accessosenza accredito stampa rilasciato dalle autorità di Ankara.
- 11 aprile - fonti diplomatiche riferiscono che Del Grande sarà espulso. Il giornalista è detenuto senza un'accusa formale di reato. Viene trasferito a Mugla, sulla costa egea, in un centro di identificazione ed espulsione
- 14 aprile - la Turchia fa sapere di averlo spostato in una guest house
- 15 aprile - le autorità di Ankara fanno sapere che sta bene
- 18 aprile - nella prima telefonata a casa Del Grande annuncia uno sciopero della fame. La Farnesina ne chiede la liberazione e annuncia l'invio del console italiano a Mugla.
- 19 aprile - si stringe il pressing per la sua liberazione. Dal ministro degli Esteri Angelino Alfano arriva una "ferma richiesta di immediato rilascio". L'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini chiede il rilascio.
- 20 aprile - dagli Usa il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni chiede una soluzione rapida
- 21 aprile - Del Grande incontra il console italiano a Smirne Luigi Iannuzzi e il suo legale turco Taner Kilic. Mobilitazione popolare in suo sostegno
- 23 aprile - Del Grande interrompe lo sciopero della fame e riesce a chiamare la moglie in Italia.