Il leader di 'En marche!' è giovane, ha meno 39 anni, si candida per la prima volta all'Eliseo, ed è la vera e assoluta novità di queste presidenziali. Ma Macron guida un movimento nato poco più di un anno fa che non ha alcuna alcuna presenza strutturata sul territorio nè nessun riferimento ideologico forte.
Le cifre del suo discorso pubblico sono:
- europeismo
- anti-populismo
accompagnate da una serie di proposte che vanno dall'aumento della spesa sociale alla sicurezza e che sembrano voler accontentare tutto lo spettro moderato dell'elettorato francese, di destra e di sinistra.
Uno studio esclusivo pubblicato la settimana scorsa dal Nouvelle Observateur traccia un identikit delle aree di provenienza dell'elettorato potenziale di Macron:
- la gran parte dei consensi arrivano da chi aveva votato per Francois Hollande, circa il 40%.
- una buona fetta, il 20%, alle scorse presidenziali aveva votato per Nicolas Sarkozy
- il 15% circa proviene dal bacino elettorale di Francois Bayrou, il centrista che ha già concesso a Macron il suo endorsement
- un 3% arriverebbe dall'elettorato di Marine Le Pen
- il 2% da quello di Melenchon
La volatilità dell'elettorato di Macron è il punto di forza ma anche di debolezza del candidato di 'En marche!'. Anzi, gran parte degli osservatori considerano da sempre l'ambiguità dei suoi programmi come un limite.
Sempre secondo l'Observateur, a votare per Macron è la fascia di elettorato francese più istruita e più ricca. Se si considera che un elettore francese su tre non ha ancora deciso se andare a votare e cosa, è evidente che l'estrema mobilità del potenziale elettorato di Macron farà la differenza.