A distanza di meno di 24 ore dal referendum che ha sancito il passaggio della Turchia al sistema presidenziale, con le opposizioni che contestano la regolarità del voto, Erdogan che sembra intenzionato a estendere il periodo in cui lo stato di emergenza dovrà restare in vigore (è stato dichiarato lo scorso 22 luglio) per un periodo di ulteriori tre mesi. In attesa dell'ufficialità che arriverà al termine del Consiglio per la Sicurezza Nazionale in programma questa sera, arrivano le reazioni del mondo al referendum.
Il Sì vince per circa 1,2 milioni di voti: la Turchia è una repubblica presidenziale
Italia - Alfano: "Erdogan coinvolga le opposizioni nelle riforme"
"Prendiamo atto del risultato delle consultazioni referendarie e attendiamo il completamento delle verifiche di rito e la valutazione finale degli osservatori della missione OSCE-ODIHR". Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Angelino Alfano, affida a una nota il commento sugli esiti del referendum in Turchia. "Nel frattempo - aggiunge Alfano - coerentemente con l'appartenenza della Turchia al Consiglio d'Europa auspichiamo un raffreddamento delle tensioni interne al Paese e, inoltre, un coinvolgimento delle opposizioni nel percorso di implementazione delle riforme".
Germania - Merkel: "Erdogan ricerchi dialogo con opposizioni"
Il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha esortato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, a ricercare "un dialogo rispettoso" con l'opposizione dopo la vittoria di stretta misura nel referendum sulla riforma presidenzialista. "Il governo tedesco", ha sottolineato la Merkel in una nota congiunta con il ministro degli Esteri, Sigmar Gabriel, "si attende ora che il governo turco ricerchi un dialogo rispettoso con tutte le forze politiche e sociali del Paese". La cancelliera ha precisato che la Germania "rispetta il diritto dei turchi di decidere la propria Costituzione" ma ha sottolineato che lo stretto margine con cui ha vinto il si' "dimostra come la societa' turca sia profondamente divisa".
Erdogan vince il referendum costituzionale ma non trionfa, il Paese è diviso
Austria - Kurz: "Ue sospenda negoziati con la Turchia"
Il ministro degli esteri austriaco, Sebastian Kurz, ha chiesto all'Ue di mettere fine ai negoziati di adesione della Turchia, perché la riforma costituzionale approvata domenica con il referendum popolare allontana il Paese euroasiatico dai principi comunitari. Il risultato della votazione, in cui ha vinto di un soffio il sì alla riforma che rafforza il potere esecutivo del presidente, Recep Tayyip Erdogan, è "un chiaro segnale contro l'Ue", ha detto Kurz alla radio austriaca, Orf. Pur riconoscendo che quasi la metà della popolazione ha votato contro, Kurz ha aggiunto che la vittoria del sì significa che la Turchia continuerà ad allontanarsi dai principi dello stato di diritto e della democrazia. Per questo, il capo della diplomazia austriaca ha detto di aspettarsi una chiara reazione dell'Ue e un cambio nella posizione di quegli alleati che difendono il prosieguo del processo di adesione di Ankara. "Occorre essere, per una volta, onesti sulla relazione tra l'Ue e la Turchia: il tempo dei preamboli deve finire", ha aggiunto il ministro, per il quale i negoziati in corso, di fatto praticamente congelati, sono "una finzione". "La Turchia non può diventare un membro dell'Ue".
Francia - Hollande: "Referendum su pena di morte cuserebbe rottura con Ue"
La Francia ritiene che un eventuale referendum in Turchia sulla pena di morte costituirebbe "una rottura con i valori" dell'Unione europea: lo ha fatto sapere l'Eliseo, ricordando "i valori e gli impegni presi nel quadro del Consiglio d'Europa" dalla Turchia. All'indomani del referendum che consente al presidente turco Recep Tayyip Erdogan di rafforzare i suoi poteri, la presidenza francese fa sapere con una nota che "l'organizzazione di un referendum sulla pena di morte costituirebbe evidentemente una rottura con i valori e gli impegni presi" dalla Turchia.