Oltre mille palestinesi detenuti nelle carceri israeliane hanno avviato uno sciopero della fame a tempo indeterminato accogliendo, come scrive Aljazeera.com, l'appello di Marwan Barghouti, il leader palestinese che sta scontando l'ergastolo per cinque omicidi. Lo ha reso noto il responsabile dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) per i detenuti, Issa Qaraqe, spiegando che la protesta coinvolge almeno 1.300 detenuti e potrebbe allargarsi ancora.
Secondo Israele sono 1.187 i detenuti in sciopero
Secondo le autorità carcerarie israeliane sono 1.187 i detenuti che partecipano alla protesta, avviata nella Giornata del prigioniero palestinese per chiedere l'avvio di un negoziato sulle condizioni di vita di chi è dietro le sbarre e su arresti considerati spesso arbitrari. La campagna e' stata lanciata da Barghouti, esponente di primo piano di Fatah e possibile candidato a succedere ad Abu Mazen come presidente dell'Anp, e ha ricevuto il sostegno del premier palestinese, Rami Hamdallah, e della leadership di Hamas. Lo stesso Barghouti sul New York Times, nello spiegare "le ragioni della più pacifica forma di resistenza disponibile", ha accusato Israele di "eseguire arresti di massa arbitrari" e di "maltrattare" i detenuti palestinesi.
Ministero della Sicurezza israeliano: misure disciplinari
Fra le richieste, riporta il Guardian, ci sono un aumento delle visite familiari, migliore assistenza medica, la fine delle detenzioni amministrative che permettono di trattenere i sospetti per periodi fino a sei mesi senza doverli incriminare e l'accesso a libri e materiale educativo. Il ministro della Sicurezza israeliano, Ghilad Erdan, ha avvertito che saranno adottate misure disciplinari verso gli scioperanti che vanno incontro a "gravi conseguenze" per quella che è considerata una violazione della legge. Non è escluso che, come avvenuto in passato, i detenuti possano essere sottoposti ad alimentazione forzata. La scelta della data è stata fatta con un occhio all'inizio del Ramadan, alla fine di maggio, quando la protesta dovrebbe comunque interrompersi visto il precetto religioso del digiuno diurno interrotto dopo il tramonto.
Quella dei detenuti è una grande fonte di tensione
Se le condizioni di salute di qualche detenuto dovessero aggravarsi, però, è possibile che ci sia un'intensificazione degli attacchi anti-israeliani. Quella dei detenuti è una delle più grandi fonti di tensione tra Israele e palestinesi, soprattutto dopo le nuove ondate di arresti per gli attacchi con il coltello o in auto. L'Anp li considera in gran parte prigionieri politici. Si stima che in totale i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane siano circa 6.000.