Un'esplosione ha sventrato un vagone della metro di San Pietroburgo in movimento tra le stazioni dell'Istituto di Tecnologia e quella di Sennaia. Il bilancio è al momento di 11 morti e 42 feriti, ricoverati in ospedale, di cui 13 gravi. Il rappresentante della procura generale, Aleksandr Kurennoi, ha dichiarato in un'intervista al canale Russia-24 che si è trattato di un attentato terroristico. Si segue la pista dell'attentato suicida.
Disinnescato un secondo ordigno cinque volte più potente
La bomba deflagrata conteneva 200 grammi di tritolo, avvolti da cuscinetti a sfera e chiodi per aumentarne le potenzialità distruttive, ed era nascosta in una valigetta abbandonata sulla carrozza. Ben cinque volte più potente la bomba inesplosa, trovata e disinnescata dagli artificieri in una seconda stazione. Dissimulata in un estintore, conteneva un chilogrammo di Tnt con lo stesso letale mix di chiodi e biglie di ferro.
Si segue la pista dell'attentato suicida
L'intelligence sta seguendo la pista di un kamikaze ventitreenne, il kazako Maksim Arishev, membro di un'organizzazione islamista, che avrebbe celato l'ordigno in uno zaino e si sarebbe fatto esplodere. "I resti ritrovati fanno propendere per un'esplosione causata da un attentatore suicida ma la certezza potrà solo venire dopo l'esame del Dna", ha spiegato una fonte anonima all'agenzia Interfax.
Le foto diffuse dai media russi mostrano il ragazzo con gli occhiali, giacca marrone con cappuccio e cappello blu in testa, mentre porta uno zainetto che conterrebbe l'ordigno rudimentale, esploso nel terzo vagone della metro tra le due stazioni. Il giovane, prima di farsi esplodere e compiere la strage, avrebbe lasciato un altro ordigno, poi trovato inesploso, alla stazione di 'Ploshchad Vosstaniya'.
Questa ricostruzione però è stata accolta con cautela dalle autorità kazake che "continuano le ricerche" del giovane Arishev come ha scritto su Facebook Anuar Zhainakov, il capo del servizio stampa del ministero degli Esteri kazako, dopo l'allarme per la sua scomparsa lanciato ieri dalla madre Irina Arishev da Astana.
Inizialmente, aveva fatto il giro di internet l'immagine del presunto attentatore che avrebbe lasciato la bomba nascosta dentro una valigetta sul vagone della metro. La foto, provienente dalle telecamere a circuito chiuso della metropolitana, rappresenta un uomo entrato nella stazione di Sennaia venti minuti prima dell'esplosione. Se la prima ipotesi era questa, l'antiterrorismo russa ha poi spiegato che l'uomo non è in alcun modo coinvolto nell'attentato.
L'omaggio di Putin alle vittime
Il presidente russo, Vladimir Putin, era in quel momento a San Pietroburgo, sua città natale, per incontrare l'omologo bielorusso, Alexander Lukashenko.
Il numero uno del Cremlino ha annunciato di "aver parlato con il capo dei servizi speciali, stanno lavorando per accertare le cause", esprimendo "dolore e vicinanza ai familiari delle vittime". Putin, al termine del vertice con Lukashenko, si è recato nei suoi vecchi uffici, la direzione dell'Fsb (ex Kgb) della città sulla Neva ed è poi andato di persona sul luogo dell'attentato, rendendo omaggio alle vittime. "Non escludo il terrorismo", ha dichiarato il presidente. Ha intanto riaperto la linea della metropolitana 1 coinvolta dall'attacco.
Nei video apparsi sulla stampa e sui social media, si veda la piattaforma d'arrivo invasa dal fumo, almeno una carrozza sventrata con la porta divelta e feriti ricoperti di sangue a terra.
Il cordoglio internazionale
Dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, al cancelliere tedesco, Angela Merkel, sono molti i leader mondiali che hanno manifestato cordoglio e vicinanza a Mosca. Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha manifestato "sgomento e solidarietà per le famiglie delle vittime".
Questo invece il messaggio del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che questa primavera sarà a Mosca in visita ufficiale.