Le quaranta mucche olandesi rispedite al mittente dall’Unione dei produttori di carne rossa della Turchia è solo uno degli episodi più surreali che stanno costellando la grave crisi diplomatica tra l’Aia e Ankara. Il governo di Erdogan ha acuito notevolmente il già spiccato nazionalismo del popolo turco. Ad accendere lo scontro, la scorsa settimana, era stata la decisione dei Paesi Bassi di negare l’ingresso al ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu e alla ministra per le Politiche Sociali, Fatma Betul Sayan Kaya. Entrambi intendevano tenere dei comizi di fronte ai loro connazionali emigrati in Olanda per convincerli a sostenere il sì al referendum destinato ad aumentare ulteriormente i poteri del capo dello Stato. I sostenitori del presidente Erdogan non l’hanno presa bene. E la loro protesta ha toccato vette di bizzarria tali da suscitare l’ironia delle reti sociali e della stampa internazionale.
1. Il massacro delle arance
A Izmit, città costiera sul Mar di Marmara, gli aderenti alla sezione giovanile dell’Akp, il partito del presidente, hanno sfogato la loro rabbia su delle arance, accoltellandole, spremendole e bevendone il succo come se fosse il sangue del nemico. L’arancio è infatti il colore simbolo dell’Aia, rimandando alla dinastia degli Orange-Nassau che regnò a lungo sul Paese. “Olanda fascista” e “Arance, restate dove siete” gli slogan che si potevano leggere su cartelli e magliette. Alcuni utenti turchi di Facebook hanno commentato scherzosamente che bisognerà ora bandire anche le carote, le zucche e, perché no, la serie televisiva “Orange is the new black”.
2. L’aggressione al giornalista (norvegese)
Se l’episodio fosse confermato, ci sarebbe invece poco da ridere sul pestaggio subito a Istanbul da un giornalista norvegese. Secondo la stampa turca, l’uomo, che stava lavorando a un servizio sulle proteste, era stato scambiato per olandese e attaccato da alcuni manifestanti. Il cronista avrebbe cercato di spiegare agli aggressori le sue origini. “Non importa cosa sei, ne abbiamo abbastanza di voi, ne abbiamo abbastanza dell’Europa”, la risposta, prima dell’intervento della polizia. Alcune giornaliste intervenute in difesa del collega si sarebbero viste replicare: “State lavorando per l’Olanda, vi abbiamo registrato tutti, pagherete per questo”. Due anni fa, sempre nella capitale, alcuni turisti coreani erano stati malmenati da alcuni cittadini locali che intendevano così protestare contro le angherie subite in Cina dai loro correligionari uiguri. Gli orientali, si sa, sembrano tutti uguali.
3. Il rogo della bandiera (francese)
Che i nazionalisti turchi tendano a fare confusione è stato dimostrato anche da un video, diventato virale, girato nella città di Samsun, dove alcuni manifestanti hanno bruciato una bandiera francese scambiandola per quella olandese. In effetti i colori sono gli stessi: blu, bianco e rosso. Ma a bande orizzontali, e non verticali. Il tipico caso di ‘false flag’, insomma. Se la sono presa con Parigi anche a Istanbul, dove, scrive ‘Der Spiegel’, alcuni dimostranti pro-Erdogan hanno sventolato foto del presidente Hollande, un equivoco probabilmente frutto di una maldestra ricerca su Google. Sempre nella capitale, un altro uomo è riuscito a raggiungere il tetto del consolato olandese e strappare dalla sommità dell’edificio la bandiera olandese, rimpiazzandola con quella turca e gridando “Allahu Akbar”.
4. La mucca del vicesindaco in ostaggio
Per le mucche olandesi in Turchia, intanto, continua a essere un momento difficile. Dopo la già citata espulsione di quaranta mucche di razza Holstein, anch’essa colorata di nazionalismo (“abbiamo le nostre razze di qualità”, ha tuonato Bulent Tunc, presidente della succitata associazione di produttori di carne), Huseyin Avni Sipahi,il vicesindaco di Besiktas, distretto di Istanbul, ha minacciato di uccidere la vacca olandese della quale è proprietario se l’Olanda non chiederà scusa alla Turchia, organizzando per l'occasione un bel barbecue con gli amici. Al momento non è nota la sorte del bovino. Ma gli animalisti non si allarmino, probabilmente sarebbe stato mangiato comunque.