La Cia ha pagato perché i software continuassero a essere vulnerabili. Lo scrive il Guardian, che cita stralci dei documenti riservati pubblicati da Wikileaks e che costituiscono la più imponente fuga di notizie sull'intelligence statunitense dai tempi dello scandalo dell'Nsagate portato alla luce da Edward Snowden.
"La Cia scopriva le falle e le teneva per sé"
La Cia è anche accusata di aver scoperto falle nella sicurezza a livello di hardware e software di iPhone e altri smartphone tra i più diffusi, ma di non averle rivelate ai produttori. "Qui è il problema", ha twittato proprio Snowden, "In primo luogo è la prova che il governo degli Stati Uniti ha segretamente pagato per mantenere la vulnerabilità dei il software negli Stati Uniti mantenendo intenzionalmente aperti i 'varchi'".
Fonti governative hanno assicurato che gli Stati Uniti riportano ai produttori "il maggior numero di vulnerabilità" che trovano, ma hanno ammesso di far valere il diritto di mantenerne alcune particolarmente critiche se "possono essere utili a fini di sicurezza nazionale e di polizia".
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Apple intanto ha promesso di "affrontare in tempi brevi" eventuali bug nella sicurezza che la Cia ha utilizzato per accedere agli iPhone. In una dichiarazione sostiene che molti erano già stati corretti come nella più recente versione di iOS - il sistema operativo che fa funzionare iPhone e iPad - e rassicura i clienti che sta lavorando alla soluzione ai problemi che ancora persistono.
L'assordante silenzio di Google
Altre aziende citate nei documenti, tra cui Microsoft e Samsung, hanno dato indicazioni più laconiche. "Siamo a conoscenza del rapporto e lo stiamo analizzando", ha detto Microsoft. Da parte sua Samsung ha assicurato che "la tutela della privacy dei consumatori e la sicurezza dei nostri dispositivi è una priorità assoluta. Siamo a conoscenza della relazione in questione e stiamo esaminando la questione con urgenza". Non una parola ancora da Google il cui sistema operativo, Android, è citato nei documenti della Cia..