Breitbart, punta sempre più sull'Italia. Il sito di informazione legato all'estrema destra e fino a poco tempo fa guidato da Stephen K. Bannon (oggi consigliere strategico del presidente Donald Trump) allargherà la redazione romana, riporta BuzzFeed, anche se al momento non è in programma una versione in italiano. Una decisione che rientra nel piano di espansione europea, con l'apertura di sedi in Germania e Francia.
Un mix esplosivo: migranti, elezioni e bufale
A spingere Breitbart a concentrasi sull'Europa è il momento particolare, con la crisi dei migranti da una parte e le elezioni in programma in Germania, Francia e probabilmente a breve anche in Italia. Proprio sul tema migratorio, Breitbart è finito nella bufera per una notizia falsa messa in giro a Capodanno, in cui si si raccontava che nella notte a Dortmund "un'orda di un migliaio di uomini" aveva "lanciato fuochi d'artificio contro la polizia" e "dato alle fiamme la Chiesa più antica della Germania, al grido di Allah Akbar" (ecco tutte le bufale di Breitbart).
Chi è Thomas Williams, l'uomo di Breitbart a Roma
Ma chi guiderà l'offensiva europea di Breitbart? Le redazioni francese e tedesca sono già nel piano di espansione, ma il nome più intrigante è quello del corrispondente da Roma: Thomas Williams. Ecco chi è.
Inevitabile il riferimento a "Uccelli di rovo": bello, maturo e poliglotta, l'ex Legionario di Cristo esperto di vini e della cucina raffinata, teologo ed ex sacerdote per una donna ha lasciato l'abito e ora vive a Roma. Con lei. che è figlia di quella Mary Ann Glendon a sua volta ambasciatrice di George W. Bush in Vaticano, per poi essere chiamata a far parte del consiglio di sovrintendenza dello Ior. Una vita all'ombra del Vaticano, quella di Williams, 54 anni, al quale il New York Times ha dedicato un lungo articolo scritto tra il Colonnato del Bernini e il salotto della sua casa, dal 2014 punto di riferimento per la destra ultraconservatrice ameriicana, filo altright e normalmente indicata come fiera oppositrice di Papa Francesco.
Del Pontefice, sottolinea il giornale americano, "Williams parla con rispetto" sottolineando che la sua posizione personale è "a metà strada tra le idee trumpiane in materia di immigrati e la richiesta del Papa di costruire ponti". Quanto al muro lungo il confine con il Messico, è una cosa "terribile".
Contro Papa Francesco, ma con cautela
Dall'America, scrive ancora il New York Times riferendo dell'incontro con Williams, "non giungono interferenze su come seguire il Papa, quanto semmai richieste di articoli altamente simpatetici nei confronti di quanti, all'interno del Vaticano, si oppongono a Papa Francesco". In particolare "dell'esplicito cardinale Raymond Burke, che di Bannon è amico e che è stato privato di ogni potere da Francesco".
Williams, che prima di abbandonare i Legionari di Cristo difese pubblicamente il loro fondatore poi messo da parte da Benedetto XVI perché coinvolto in uno scandalo di pedofilia, asserisce che Bannon in realtà non è mosso da sentimenti razzisti o di antisemitismo. "L'unico campo in cui si può riscontrare qualcosa è se si parla dell'Islam, lì c'è dell'animosità", ammette. E riferisce di aver preso parte tre anni fa a un incontro in Vaticano in cui Bannon avrebbe enunciato il principio che la "Chiesa militante" avrebbe dovuto unirsi contro la secolarizzazione e l'islamofascismo, mali pronti a sradicare "del tutto l'eredità degli ultimi 2.500 anni".
Una Chiesa militante in cui Breitbart crede a tal punto dall'aver lanciato negli ultimi anni tre uffici di corrispondenza: Londra, Gerusalemme e Roma. Tre poli di cui l'ultimo, annota i New York Times, "forse è il più importante nel suo porsi come un impero in espansione ma con un piede nell'antica casa dei crociati".