Il premier inglese Theresa May ha finalmente presentato il suo piano per l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione (il testo del discorso). Mancano ancora molti dettagli, ma i punti toccati da May indicano che la rottura con Bruxelles sarà netta (Bbc).
Cosa ha detto,
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Londra uscirà dal mercato unico e poi proverà a negoziare un trattato commerciale con la Ue;
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"Quello che propongo non può significare la permanenza nel mercato unico. Non vogliamo esserne membri. Però vogliamo avervi accesso attraverso un accordo di libero commercio coraggioso, ambizioso e a tutto campo"
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Riprenderà il controllo delle politiche migratorie, ma non è ancora chiaro con che strumenti;
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"Controlleremo il numero di persone che arrivano nel Regno Unito dai Paesi europei" ha affermato la May, senza specificare però quale sistema verrà adottato, se un sistema a punti o delle quote. D'altra parte, ha aggiunto, "continueremo a ospitare i più brillanti e i migliori per studiare e lavorare in Uk"
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Non sarà più sottoposta alla Corte di giustizia europea;
- L’accordo sarà sottoposto al voto del Parlamento (Bloomberg);
- I negoziati con Bruxelles dovrebbero durare due anni, seguiti da un periodo di applicazione graduale. Londra non accetterà un approccio punitivo nel negoziato;
- "Devo essere chiara, la Gran Bretagna vuole restare una buona amica e vicina dell'Europa. Ma ci sono voci che chiedono un accordo punitivo che castighi il Regno Unito e scoraggi altri Paesi dall'intraprendere lo stesso percorso. Questo sarebbe un catastrofico auto-lesionismo per i Paesi europei, non da amici. La Gran Bretagna non accetterà, non può farlo, un simile approccio".
Le reazioni
La sterlina ha registrato il maggiore rialzo da oltre otto anni. Ma sia il Financial Times che il Wall Street Journal avvertono che il difficile viene ora e che la battaglia si giocherà soprattutto sulle questioni doganali e tariffarie. Secondo politici e imprenditori europei sarà il Regno Unito a rimetterci di più (Guardian). Ma May ha alzato la posta: "Meglio nessun accordo che un brutto accordo".
Johnson, altri Paesi faranno la fila per stringere accordi con la Gran Bretagna
Il ministro degli Esteri, Boris Johnson, ripreso dalla Bbc, ha sottolineato che, una volta usciti dall'Ue, "saremo in grado di stringere nuovi accordi commerciali con i Paesi del mondo, stanno già facendo la fila". "Non faremo più parte del mercato unico, o legati al comune regime doganale, e non avremo più la nostra politica commerciale guidata dalla Commissione europea".
Quanto alle nuove direttive in materia di immigrazione accennate dalla May, Johnson ha precisato che la Gran Bretagna "non tirerà sù il ponte levatoio".
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