Diffusa la prima foto del killer del Reina Club di Istanbul

Oggi Istanbul sembra essere tornata alla normalità. Il telone blu che copre la parte anteriore della discoteca Reina è familiare a chi vive in una città che conosce il terrorismo ed è stata più volte vittima di attentati. La polizia sorveglia l'ingresso del club, proprio come hanno fatto le forze dell'ordine a Parigi, al di fuori del Bataclan nel novembre 2015. Al suo interno si possono solo immaginare le conseguenze di un attacco che ha lasciato a terra 39 morti e 69 feriti. Ma in Francia lo choc e il dolore erano palpabili: centinaia di parigini in piedi si abbracciavano, le lacrime rigavano i volti. All'esterno del night club di Istanbul il giorno dopo la strage il dolore non è tangibile. Piccoli gruppi di giovani si aggiravano già ieri intorno al locale, alcuni hanno posato garofani rossi e candele. Ma non ci sono lacrime. Gli abitanti di Istanbul sono tristemente abituati a questo tipo di tragedia. C'è stata invece rabbia. Anche contro i giornalisti che riprendevano le operazioni di soccorso e di polizia. Alcuni reporter locali hanno raccontanto all'Abc di essere stati aggrediti. Forse l'unica sorpresa è stata che l'attentato è accaduto in una zona considerata "sicura".
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