Washington - E' entrato in una pizzeria affollata di famiglie, armato di un arsenale, e ha aperto il fuoco. Solo un miracolo ha impedito che si trasformasse nell'ennesima strage all'americana: nessuno è rimasto ferito. La colpa dei titolari? Essere coinvolti in una rete mondiale di pedofili che farebbe capo a Hillary Clinton e a John Podesta. Ma era tutto falso: una bufala nata e cresciuta su Internet che poteva sfociare in un massacro. La polizia ha fermato il 28enne Edgar M. Welch di Salisbury, North Carolina, sequestrandogli tre armi da fuoco, compreso un fucile d'assalto. Interrogato, il giovane ha spiegato che voleva fare un'indagine personale per verificare le accuse.
Bufale e cospirazioni, il lato oscuro di Internet
E' solo l'ultimo episodio di una deriva molto pericolosa che ha trovato il suo picco nella campagna presidenziale americana, segnata da notizie infondate e cospirazioni divenute virali sui social. E' il caso della pizzeria Comet Ping Pong, finita al centro di uno scandalo perchè indicata come base di una rete pedopornografica, con tanto di bambini torturati in uno scantinato (che neanche esiste, ha sottolineato il proprietario). Una bufala di cui si ignorano i mandanti, ma che ha avuto ampia visibilità e condivisioni sulla rete, con addirittura minacce di morte su Facebook e Twitter.
Il furto delle mail di Podesta e la presunta rete di pedofili
La storia è nata dal furto di mail di John Podesta diffuse da Wikileaks: in alcune di queste, il capo della campagna presidenziale della Clinton parlava con il proprietario della pizzeria, James Alefantis, di una raccolta fondi. Su Internet, a partire da 4Chain, è cominciata a circolare la notizia che ci fosse del marcio e gli attivisti 'alt-right', la destra alternativa venuta fuori con forza nelle ultime elezioni, l'hanno sposata in pieno, arrivando a sostenere che il termine 'pizza' fosse una parola in codice per una rete di pedofili estesa in tutto il mondo. Ci sono state proteste e picchetti di fronte alla pizzeria, ripresi e postati su You Tube.
Queste voci sono state riprese e rilanciate da siti e blog ultraconservatori e populisti, da Breitbart, il cui ex 'patron' Steve Bannon oggi è il capo di gabinetto di Trump, a InfoWars di Alex Jons, diffusore di notizie infondate - come i 3 milioni di voti clandestini andati alla Clinton - fino a Reddit su cui addirittura ha preso forma una community dedicata al 'Pizzagate', recentemente chiusa per eccessi.
Nell'errore, consapevole o meno, era caduto anche il generale Mike Flynn, nuovo consigliere per la sicurezza nazionale del presidente eletto, che in un tweet aveva puntato il dito contro la candidata democratica, sostenendo che era invischiata in crimini sessuali contro bambini.
Un grido d'allarme contro i fomentatori d'odio
Sul grave incidente di domenica è intervenuto pubblicamente il proprietario della pizzeria, Alefantis, che ha duramente condannato chi diffonde falsità, mettendo in pericolo le vite delle persone: "Quello che è successo oggi dimostra che promuovere teorie cospiratorie false e sconsiderate porta conseguenze. Spero che le persone coinvolte nel fomentare queste fiamme si prendano un momento per riflettere sull'accaduto e smettano immediatamente di diffondere queste falsità".
Preoccupati anche i titolari dei negozi e ristoranti vicini che hanno più volte denunciato disturbatori e provocatori, senza risultato. "All'Fbi e alla polizia abbiamo ripetutamente riferito delle minacce di morte e della chiamate, mail e post online. Non è stato fatto nulla, sono sconvolta e inorridita. Devono morire delle persone perché sia fatto qualcosa?", si è lamentata Sabrina Ousmaal, proprietaria del ristorante francese Terasol.
La campagna di Agi "La verità conta"
Per approfondire:
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The Guardian - Washington gunman motivated by fake news 'Pizzagate' conspiracy
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The New York Times - Man Motivated by ‘Pizzagate’ Conspiracy Theory Arrested in Washington Gunfire
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The Daily Beast - 'Pizzagate’ Gunman Liked Alex Jones
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Bbc - The saga of 'Pizzagate': The fake story that shows how conspiracy theories spread
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Reddit - Pizzagate Summary