Washington - Con l'addio di Obama alla guida degli Usa cadrà l'ultimo baluardo alla difesa dell'ambiente, la cui tutela sarà sacrificata in nome del profitto e dell'indipendenza energetica. E' uno dei punti di forza del programma di Donald Trump, noto e apprezzato da moltissimi americani. E così assume carattere puramente simbolico l'ultimo atto di Barack Obama che ieri ha dichiarato per 5 anni una vasta porzione dell'Artico off-limits per le prospezioni petrolifere. Questa decisione, sulla carta, comporta che fino al 2022 non potranno essere effettuate perforazioni alla ricerca di petrolio e gas nel mare di Chukchi (tra Alaska e Russia) ed in quello di Beaufort, a nord dell'Alaska.
Un atto formale la cui portata concreta è pressoché nulla. I repubblicani, infatti, hanno annunciato che aboliranno il piano messo a punto dal presidente uscente. A spegnere sul nascere l'entusiasmo degli ambientalisti è stato il presidente della Camera, il repubblicano Paul Ryan. "Nei suoi ultimi giorni, l'amministrazione Obama ha alzato molte barriere allo sviluppo energetico americano - ha detto -. Il piano esclude regioni ricche di petrolio come quelle artiche dalla possibilità di condurre esplorazioni sprecando così la nostra abilità di sfruttare fonti di energia a prezzi accessibili che alimentano la nostra economia", ha aggiunto. "La nostra agenda punta a liberare il nostro potenziale energetico e di creare posti di lavoro. E' per questo che lavoreremo per rovesciare questo piano e di aprire l'Artico e altre aree offshore allo sviluppo", ha concluso.