di Carmelo Rapisarda
Roma - La calotta polare artica ha perso gran parte del suo ghiaccio più vecchio, rimpiazzato da una crosta meno compatta e più friabile. Il che fa ipotizzare estati con l'Oceano completamente libero dai ghiacci. Lo scenario è tratteggiato dalla Nasa, in un'analisi aggiornata al 3 novembre che si può leggere sul sito www.nasa.gov.
"Negli anni '80 il ghiaccio consolidatosi da diversi anni costituiva il 20 per cento della calotta. Adesso si è ridotto a solo il 3 per cento circa", afferma Walt Meier del Goddard Space Flight Center della Nasa a Greenbelt (Maryland), che spiega: "Il ghiaccio più vecchio era la polizza d'assicurazione della calotta artica. Più ne perdiamo, più aumentano le probabilità di un'estate artica pressochè senza ghiacci".
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Il ghiaccio 'antico', più solido, si è assottigliato o si è squagliato del tutto in vaste aree, e questo rende la calotta più vulnerabile al surriscaldamento dell'Oceano e dell'atmosfera. "Ciò che abbiamo osservato in questi anni - riferisce Meier - è che il ghiaccio più vecchio sta sparendo. Questo ghiaccio, di maggior spessore, fa da struttura portante della calotta. Le estati calde, infatti, sciolgono il ghiaccio più giovane, che è più sottile, ma non riescono a liquefare quello più vecchio. Ma questo ghiaccio antico adesso sta diventando più debole proprio perchè ce n'è sempre di meno. Quindi, per così dire, le fondamenta della calotta non sono più solide come una volta".
Nei primi anni 2000, ricercatori dell'università del Colorado hanno messo a punto un sistema di monitoraggio dei movimenti del ghiaccio artico e della sua età, usando una quantità di dati da varie fonti, ma in prevalenza da strumentazione satellitare a micro onde passive. Questi strumenti scrutinano l'energia a micro onde emessa dai ghiacci marini, che viene influenzata dalla temperatura del ghiaccio stesso, dalla salinità, dalla densità della superficie e dallo strato nevoso sopra la calotta. Questo parametro si chiama 'temperatura della luminosità' e ogni piattaforma glaciale ha una sua specifica 'temperatura'. I ricercatori hanno dunque cercato di identificare e tracciare le piattaforme mentre si spostano nell'Artico.
"Seguiamo il ghiaccio mentre si muove, fino a quando si scioglie o esce dall'Artico", spiega Meier, che collabora con i ricercatori dell'università del Colorado. Ogni anno il ghiaccio si forma in inverno e si scioglie in estate. Il ghiaccio che sopravvive allo scioglimento estivo si assottiglia sempre di più.
Il ghiaccio di nuova formazione ha uno spessore tra i 3 i 7 piedi (da 91 centrimetri circa a 2,13 metri circa) nel suo primo anno di vita, mentre il ghiaccio più vecchio, sopravvissuto a diverse estati, è spesso tra 10 e 13 piedi (tra 3 e 4 metri circa).
L'Artico negli ultimi anni non solo ha perso spessore ma ha visto il suo ghiaccio diventare più giovane, tanto che vista dal satellite la calotta che si sposta ha un aspetto quasi gelatinoso. "Diversamente dagli anni '80, non c'è solo ghiaccio che viene trascinato alla deriva, anche se questo continua a succedere. Ciò che accade adesso è che il ghiaccio vecchio si scioglie già nell'Artico durante l'estate. Una delle ragioni è che il ghiaccio vecchio prima costituiva una piattaforma consolidata, mentre adesso ne restano solo concentrazioni isolate e interconnesse da ghiaccio più giovane. Queste formazioni isolate sono molto più vulnerabili allo scioglimento". (AGI)