dall'inviato Gianluca Zeccardo
Niamey (Niger) - Chiudere "entro quest'anno" l'autostrada per la Libia e arginare la "catastrofe umanitaria" dei migranti irregolari. Il governo italiano lancia con il sostegno dell'Ue una missione in Niger, il Paese di transito di migliaia di migranti irregolari che, attraversando il deserto, arrivano in Libia, da dove si imbarcano per le coste Italiane. Viaggi della speranza che causano anche più dei morti in mare.
"C'è la base per arrivare entro la fine dell'anno a un accordo tra Italia e Niger che coinvolge anche l'Unione europea e che si indirizza a una realtà drammatica: questo è il Paese africano attraversato ogni anno da 150.000 migranti, la maggior parte dei quali poi dal Niger si trasferisce in Libia e dalla Libia attraversa il Mediterraneo", spiega il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni a margine di una serie di incontri istituzionali nella capitale Niamey, dove è accompagnato da una delegazione di funzionari dell'ufficio del Commissario Ue per le migrazioni Dimitris Avramopoulos, che all'ultimo momento per motivi di salute ha dovuto rinunciare a un viaggio organizzato per mesi.
"Se riusciamo nel programma, di cui oggi abbiamo posto finalmente le basi, di una intesa per ridurre i flussi, facilitare dal Niger i rimpatri verso altri Paesi africani, per gestire meglio il controllo di questo Paese, abbiamo dato un contributo fondamentale non solo a ridurre i numeri ma a ridurre la catastrofe umanitaria. Molto spesso guardiamo alla parte in mare di questa tragedia, al fatto che non si riescono a salvare tutte le vite umane. Non vediamo che migliaia di persone perdono la vita qui, nel deserto, per arrivare in Niger o per attraversare questo Paese", sottolinea il titolare della Farnesina. L'Italia sta per aprire l'ambasciata a Niamey e ora "vogliamo mettere a disposizione risorse economiche per mezzi e equipaggiamenti".
Agadez, in Niger 'la mecca' dei trafficanti dei migranti
Fermare il flusso dei migranti con il contrasto ai trafficanti; accogliere e assistere i migranti nei paesi di snodo; rimpatriare i migranti ma allo stesso tempo compensare la popolazione locale con cooperazione allo sviluppo e progetti per aumentare la produttività dei singoli Paesi. Il piano si snoda lungo queste quattro direttrici che costituiscono una terza via, alternativa a quella dei trafficanti di mare e a quella del terrorismo, che usa la sua rete per pescare tra i disperati, spiegano alla Farnesina. L'Ue ha stanziato un fondo di 500 milioni di euro e l'Italia ne aggiungera' altri 200 milioni da destinare a progetti per tutta l'Africa. "Dal migration compact a un patto con uno dei Paesi chiave per ridurlo e sottrarre ai trafficanti. Il Niger è insieme alla Libia il Paese chiave per il flusso migratorio. Per questo abbiamo incontrato oggi l'intero governo insieme a praticamente tutta la dirigenza europea che si occupa di queste questioni", spiega Gentiloni. Il viaggio del ministro degli Esteri, accompagnato, oltre che dalla delegazione europea, dal sottosegretario agli Interni Domenico Manzione, prosegue in Mali. A differenza del Niger, questo è un Paese di origine dei fenomeni migratori al quale l'Italia, sottolinea Gentiloni, "dedica grande interesse perché è un Paese reduce da una guerra, che attraversa un difficile periodo di stabilizzazione per la sicurezza e da cui proviene il 5% dei migranti che arrivano in Italia". Qui non ci sono solo migranti illegali, ma persone che scappano dalla guerra e dal terrore jihadista penetrato nel nord del Paese. L'Italia infatti, ricorda la Farnesina, accoglie più del 40% delle richieste d'asilo.