di Luisa Berti - @LUISABERTIone
Roma - "Due anni di silenzio di fronte al vostro orrore": è il post del 4 novembre con cui 'Mosul Eye', il blog che dal 2014 racconta l'occupazione dell'Isis nella seconda città irachena, ha descritto la muta ribellione dei cittadini inermi di fronte alle usurpazioni jihadiste.
L'anonimo blogger ha descritto l'atmosfera cupa del Califfato, ma anche la voglia dei cittadini di ricominciare a vivere e a sognare, che ora trae speranza dall'avanzata dell'esercito iracheno per liberare Mosul. "Ricostruiremo il teatro dell'Opera, ci saranno di nuovo scuole di musica e ballo, e grandi artisti torneranno a suonare la loro musica", scrive il blogger quasi alla fine del post. "Mosul sarà liberata, le battaglie militari finiranno, ma la nostra battaglia personale continuerà".
L'autore di 'Mosul Eye' si definisce uno 'storico indipendente' e - come riporta la Cnn -, ha documentato dall'estate 2014 ogni aspetto della vita a Mosul.
Sfollati a Mosul, una bomba a orologeria
Per far conoscere tutte le vicende della città il blogger più volte è stato minacciato di morte e ha rischiato di essere catturato dallo Stato Islamico, ma ogni giorno ha continuato a raccontare le sue storie. Scrivendo della scarsità di cibo, delle continue interruzioni della corrente elettrica, degli incendi nelle biblioteche e nei luoghi storici, delle nuove regole imposte dai miliziani e delle punizioni per chi le infrange. Senza dimenticare le esecuzioni pubbliche e i civili usati come scudi umani nella lotta contro le forze irachene. Da qualche mese 'Mosul Eye' ha anche un profilo Facebook e Twitter.
I POST, LA GUERRA E LO STRADIVARI
In molte pubblicazioni di 'Mosul Eye' c'è una mera descrizione dei fatti, ma da quando è iniziata la sanguinosa battaglia per la liberazione della città i post sono diventati più malinconici.
2 NOVEMBRE: "Tranquillità e calma ci sono ancora a Mosul. Stasera non voglio scrivere di paura. Scriverò dei miei sogni che potrebbero anche non realizzarsi, ma rimarrano dei sogni e delle fantasie e io sono convinto che le più grandi invenzioni sono nate proprio dall'immaginazione". Poi il racconto del sottofondo musicale: il violinista Itzhak Perlman che suona il suo Stradivari. La musica è vietata dall'Isis ma "mi tiene in vita" - si sfoga - mi sono sempre chiesto come un essere umano sia capace di creare una tale bellezza dalle rovine".
1 NOVEMBRE: "Forse stasera è una serata decisiva per tutto - scrive il blogger - forse tutto ciò che arriverà dopo stasera sarà bello e buono, o forse no. Ci libereremo dell'Isis senza dubbio. Tuttavia ci vorranno degli anni per sanare la ferita lasciata dallo Stato Islamico".