Beirut - Il nuovo presidente del Libano Michel Aoun è un cristiano-maronita. La Costituzione del Libano, che vide la luce nel periodo coloniale francese, stabilisce l'appartenenza di ogni cittadino a una comunità religiosa specifica. Il "comunitarismo politico" consente così a tutte le comunità di essere rappresentate equamente in Parlamento. Si tratta di un patto non scritto, concluso nel 1943, che riserva il posto di presidente a un maronita, quello di premier a un sunnita e la presidenza della Camera dei deputati a uno sciita.
LA CHIESA MARONITA
La Chiesa maronita prende il nome dal suo fondatore, San Marone, asceta siriano vissuto nel a cavallo tra il quarto e il quinto secolo, durante i quali istituì la Chiesa. Dopo la sua morte, nel 452 i suoi discepoli si stabilirono nel monastero nei pressi del suo sepolcro, ad Apamea, sulle rive del fiume Oronte (attuale Siria). Fin dalle origini la comunità maronita seguì il patriarca di Antiochia. Quando la regione divenne a maggioranza monofisita (quinto-sesto secolo), la comunità si trasferì in una regione più interna del Libano. Si tratta dell'unica Chiesa d'Oriente rimasta sempre fedele alla Sede apostolica. Il suo Patriarca - che ha il titolo, discusso dalle altre confessioni cristiane della regione, di "Patriarca di Antiochia e di tutto l'Oriente" - viene eletto dal Sinodo dei vescovi e dopo l'elezione professa la comunione col Pontefice di Roma, con cui riallacciò i rapporti durante le Crociate, dopo essersene separato. Il Patriarcato di Antiochia dei maroniti ha sede a Bkerke, a nord est di Beirut, capitale del Libano.
I MARONITI SONO IL 25% DELLA POPOLAZIONE
La comunità cristiano maronita, che in Libano si vanta di essere discendente dei Fenici (speculari ai greco ortodossi che hanno sempre avuto solide relazioni con i paesi arabi e rapporti consolidati con paesi ortodossi europei come Cipro, Grecia e Russia) costituisce circa il 25% della popolazione libanese, circa il 40% del totale delle varie confessioni cristiane (Greci cattolici o malechiti, armeni ortodossi, armeni cattolici, evangelisti protestanti, siriani cattolici, caldei, assiriaci, copti ortodossi e copti cattolici). La percentuale è approssimativa, dato che per non turbare gli equilibri confessionali in Libano non si effettua un censimento ufficiale della popolazione dal 1932.
LA GUERRA TRA I CRISTIANI LIBANESI
I cristiani libanesi sono stati veri e propri nemici tra loro, al punto di uccidersi a vicenda durante la guerra civile libanese, attraverso le varie milizie formatesi durante il conflitto. Certi capi militari cristiani hanno perfino sequestrato e assassinato i capi politici cristiani nemici (spesso insieme alle loro famiglie). Questa guerra durò fino a 1989 e causò una frattura in seno alla comunità cristiana. Allo scadere della guerra, il clima divenne insopportabile e si potè assistere a una grande migrazione dei cristiani, causa principale della diminuzione della percentuale di cristiani nella popolazione libanese. Tuttora permangono forti divisioni.
I PARTITI CRISTIANO-MARONITI
Oggi esistono diversi partiti cristiani maroniti: il più grande e rappresentato in Parlamento è il Free Patriotic Movement, fondato dal generale Michel Aoun durante il suo esilio in Francia dal 1990 al 2005, a cui capo c'è oggi l'attuale ministro degli Esteri Gebran Bassil. Il Fpm è all'interno della coalizione 8 marzo, alleata dei partiti sciiti Hezbollah e Amal, oltre che del partito armeno Tashnaq e altre formazioni minori. Anche il partito Marada, guidato da Suleiman Franjieh, è all'interno della coalizione 8 marzo. Gli altri due più importanti partiti cristiani maroniti - che sono invece all'interno della coalizione 14 marzo a cui capo c'è il partito sunnita "Futuro", il più grande del Paese, guidato da Saad Hariri, figlio dell'ex primo ministro Rafiq, assassinato nel 2005 - sono poi le Falangi Libanesi (divenute famose per il massacro di Sabra e Chatila del 1982) guidate da Sami Gemayel, nipote dell'ex presidente libanese Bachir Gemayel, assassinato nel 1982. Le Falangi furono fondate nel 1936 da suo nonno, Pierre Gemayel, sull'esempio del partito fascista italiano e soprattutto delle falangi spagnole; e le Forze libanesi, fondate proprio dal defunto Bachir Gemayel e oggi guidate da Samir Geagea. Geagea è anche l'unico leader libanese ad essere stato condannato per crimini commessi durante la guerra civile (tra cui lo sterminio della famiglia dei Farangyye), che lo portò a scontare una pena di undici anni di isolamento in carcere. (AGI)