Oslo - Un premio agli "sforzi tenaci", ma anche un incoraggiamento a non gettare la spugna: è questo il significato del Premio Nobel per la Pace, assegnato quest'anno al presidente colombiano, Juan Manuel Santos, per il suo accordo con la guerriglia Farc, clamorosamente bocciato dal referendum popolare di domenica scorsa. Ma il comitato per il Nobel norvegese ha voluto ugualmente premiare l'impegno di Santos a mettere fine a una guerra civile costata la vita a oltre 220mila colombiani e che ha costretto alla fuga dalle loro case oltre 6 milioni di persone.
E' pace tra la Colombia e le Farc
Dopo il 'no' dei colombiani al referendum di ratifica dell'accordo di pace con le Farc, le quotazioni di Manuel Santos erano decisamente crollate come candidato 'papabile' al Nobel per la Pace. I negoziati con la guerriglia delle Farc erano iniziati 4 anni fa e l'accordo era stato siglato il 26 settembre.
Secondo Ingrid Betancourt, la 54nne politica e paladina dei diritti umani franco-colombiana rapita proprio dai guerriglieri colombiani nel febbraio del 2002 e tenuta in ostaggio per più di sei anni, anche le Farc avrebbero meritato il premio Nobel per la pace, assegnato al presidente colombiano Juan Manuel Santos. "Sono molto, molto felice che il premio sia andato a Santos - dichiara a iTele - il che dimostra che non si può tornare indietro dalla pace". Le Farc avrebbero meritato il premio? "Si... e' molto difficile per me dire questo... ma credo di sì".
Farc: il Nobel non ci interessa, il solo premio che vogliamo è la giustizia sociale
Il Comitato del Nobel ha voluto sottolineare che il candidato colombiano, "nonostante l'accordo fosse molto controverso, abbia voluto ugualmente sottoporlo al voto". "L'unico premio a cui aspiriamo è la pace con giustizia sociale per la Colombia, senza gruppi paramilitari di estrema destra, senza rappresaglie contro i ribelli di sinistra, o bugie. Pace nelle strade", ha commentato sul suo profilo Twitter il leader delle Farc, Timoleon Jimenez.
Pur se con un'elevata astensione, l'accordo è stato bocciato al referendum, grazie anche alla campagna demolitoria compiuta dall'ex presidente, Alvaro Uribe. "Il fatto che una grande maggioranza di votanti abbia detto 'no' al accordo di pace non significa necessariamente che il processo di pace sia morto", ha sottolineato il Comitato dei Nobel. "Il referendum non è stato un voto a favore o contro la pace. Quello che il 'no' ha rifiutato è stato l'accordo specifico, ma non il desiderio di pace. Il comitato del Nobel ha sottolineato inoltre il fatto che adesso il presidente Santos ha invitato tutte le parti a partecipare a un dialogo nazionale che abbia come obiettivo l'avanzamento del processo. "E anche quelli che si sono opposti nel plebiscito hanno applaudito a questa iniziativa". Adesso il Comitato dei Nobel "spera che tutti i partecipanti condividano la loro parte di responsabilità e cooperino in modo costruttivo alle riunioni di pace che si celebreranno prossimamente".
Un premio, dunque, che incoraggia "un processo pià che un risultato", come ha detto la stessa presidente del comitato, la signora Kaci Kullmann Five, "un riconoscimento al lavoro del presidente e anche un forte incoraggiamento a tutte le forze implicate nel processo perche' vadano avanti". Un premio che vuole essere "un omaggio al popolo colombiano che nonostante le grandi difficoltà non ha mai rinunciato alla speranza di una pace giusta e a tutte le parti che hanno partecipato". Non sono state premiate le Farc, e del resto sarebbe stato impossibile premiare un movimento di guerriglia. Il Premio, nonostante il no al referendum da parte della popolazione, non va letto come un affronto ai colombiani: "Al contrario", ha detto ancora la presidente del comitato, "rispettiamo il processo democratico e il voto, ma il popolo della Colombia non ha detto 'no' alla pace, ma 'no' a questo accordo specifico. Noi ci auguriamo che adesso ci sia un processo di apertura al dialogo, che si apra questo dialogo alle diverse parti della società colombiane e che il processo sia portato avanti". "Oggi esiste un pericolo reale che il processo di pace si interrompa", ha aggiunto, e che "la guerra civile riprenda", il che "rende ancora piu' urgente il rispetto del cessate il fuoco da parte dei soggetti implicati, guidati dal presidente Santos e dal capo della guerriglia delle Farc, Rodrogo Londono", meglio noto come Timochenko.
L'assegnazione del Nobel per la pace al presidente colombiano è piombata a sorpresa sulle ambizioni degli isolani greci e sugli artefici dell'accordo sul nucleare iraniano. Gli esperti avevano escluso Calderon e le Farc dalla short list dei candidati a causa della bocciatura dell'accordo di pace nel referendum. Nella corsa al Nobel per la Pace erano tornati in gara i soliti contendenti, con alcune sorprese come Angela Merkel, data per favorita dai bookmaker, e altri più scontati come i negoziatori che chiudendo l'accordo sul nucleare hanno di fatto disinnescato l'ordigno atomico su cui Teheran cercava di mettere le mani. (AGI)