Roma - Aleppo si e' svegliata nuovamente sotto le bombe e la ripresa dei colloqui sembra lontana, ha avvertito l'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura, che dal Vaticano, dove ha incontrato Papa Francesco, tenta ancora la strada della mediazione. "Incoraggio le Nazioni Unite per il lavoro di sostegno e mediazione per la fine della guerra!", ha detto Bergoglio. Intanto, la situazione nella citta' continua a peggiorare, con "i bambini intrappolati in un incubo", denuncia l'Unicef, e costretti a bere acqua inquinata. Come ha riferito l'Osservatorio siriano per i diritti umani, elicotteri hanno lanciato barili-bomba sul quartiere di Al Misr mentre altri raid erano in corso su quello di Qadi Askar. Entrambe le aree si trovano nella parte orientale, dove si trovano i ribelli assediati dalle forze di Bashar al-Assad. Sono stati bombardati anche il campo di profughi palestinesi a Handarat e l'area Progetto 1070, nella parte nord. Martellata dalle bombe anche Andan, a nord di Aleppo, ed e' stato distrutto l'unico panificio che sfornava pane per la popolazione.
L'artiglieria del regime, ha aggiunto l'Ong, ha messo nel mirino anche Al Buida e Tel Hatabat, a sud della seconda citta' siriana. Prosegue la ricerca diplomatica di una tregua, ma le furia delle armi blocca qualsiasi tentativo di negoziato. La ripresa dei colloqui sulla Siria sembra "molto difficile" mentre "cadono bombe" sul Paese, ha sottolineato de Mistura. "Sono molto preoccupato che tutto questo possa portare solo a una militarizzazione del conflitto - ha aggiunto - ma non sono pessimista perche' so che non ci sono alternative" al dialogo. A "nuove idee sul piano del negoziato politico" sta lavorando anche la diplomazia europea guidata dall'Alto Rappresentante, Federica Mogherini, che al momento pero' non vuole anticipare nulla. "La situazione ad Aleppo e' estremamente drammatica", ha premesso, "tutto il nostro lavoro e' rivolto all'immediata urgenza di fermare il massacro".
La Russia mercoledi' si era detta pronta a rilanciare i colloqui a Ginevra dopo il fallimento del cessate il fuoco ma gli Stati Uniti avevano minacciato di interrompere le relazioni con Mosca se non smetteranno i duri bombardamenti sui quartieri ribelli di Aleppo, pesantemente sotto attacco da giorni da parte dell'aviazione di Damasco insieme a quella russa. Mosca ha risposto con una possibile tregua umanitaria di 48 ore ma resta contraria a un cessate-il-fuoco piu' prolungato, di almeno una settimana, poiche' questo consentirebbe ai ribelli, affermano i russi, di raggrupparsi e coordinare una iniziativa militare. "I colleghi americani propongono, per ragioni che so1o loro conoscono, una tregua di sette giorni", ha detto sarcasticamente il vice ministro degli Esteri russo, Serghei Riabkov. Si tratta, ha aggiunto, "dello spazio temporale sufficiente affinche' i gruppi terroristi possano riorganizzarsi, ma e' inaccettabile", cosi' come e' "inaccettabile" l'ultimatum americano, che rilancia una politica di "minacce e ricatti". (AGI)