Tripoli - Emergency ha deciso di chiudere il suo ospedale di Germanda, nell'est della Libia, denunciando di aver subito violenze e intimidazioni dalla polizia libica. "Nelle ultime settimane", si legge in una nota della Ong umanitaria, "Emergency ha assistito a gravi episodi di violenza da parte delle forze di polizia locale all'interno dell'ospedale e per questa ragione, in accordo con il ministero della Sanità, ha interrotto le attività cliniche, offrendo la sua disponibilità a intervenire in altre zone del Paese".
L'ospedale, aperto a ottobre, in 10 mesi aveva curato 1.400 persone, provvevendo anche alla formazione dello staff locale per la gestione dei feriti di guerra. Nel comunicato si spiega che si è trattato di "una decisione sofferta, soprattutto in un momento di grande incertezza come quello che il Paese sta vivendo. Tuttavia, nonostante le ripetute rassicurazioni da parte delle autorità locali, a Gernada non c'erano più le condizioni essenziali per garantire la sicurezza dei pazienti e dello staff".
"Dopo aver assistito a ripetuti atti di violenza da parte della polizia locale, anche nei confronti del nostro personale libico, abbiamo deciso di sospendere le attività dell'ospedale. Non potevamo rimandare oltre questa decisione, ma siamo molto preoccupati per la popolazione: il sistema sanitario libico è collassato e ancora una volta saranno i civili a pagare le conseguenze del caos in cui la Libia è sprofondata a partire dal 2011", dice Emanuele Nannini, vice coordinatore dell'Ufficio Umanitario di Emergency.
Insieme al ministero della Sanità libico, Emergency sta valutando diverse opzioni per riprendere quanto prima le attività di assistenza chirurgica alle vittime di guerra in una diversa località. (AGI)
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