Istanbul - Il pugno duro del governo turco si abbatte non solo sui giornalisti (89 colpiti da ordine di arresto), ma anche su media e testate. In base a quanto riportato dal quotidiano Hurriyet sarebbero 130 i media chiusi perché accusati di far parte della struttura parallela del magnate e imam Fetullah Gulen, ritenuto la mente del tentato golpe di stato del 15 luglio. Nello specifico si tratta di 3 agenzie, 16 canali televisivi, 23 radio, 45 quotidiani, 15 riviste e 29 case editrici. Tra i quotidiani chiusi spiccano i nomi di Zaman e Taraf, il primo in particolare per anni è stato il quotidiano più letto nel Paese.
Come annunciato nei giorni scorsi, le 'purghe' del governo turco non hanno risparmiato i diplomatici. Il ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu ha annunciato che sono stati rimossi 88 dipendenti del suo ministero. Lo riferiscono i media locali.
Un totale di 1684 soldati, di cui 149 tra generali e ammiragli, sono stati congedati dall'esercito turco in seguito al golpe. L'accusa per tutti è quella di avere legami con la organizzazione di Fetullah Gulen, magnate e ideologo islamico residente negli Usa, principale sospettato di essere la mente del colpo di stato. Il terremoto ha colpito in particolare l'esercito con il licenziamento di 87 generali e 256 ufficiali, silurati in seguito alla proclamazione dello stato di emergenza. Rivoluzione in corso anche per la Marina, dove 32 ammiragli, 59 ufficiali e 63 funzionari sono stati congedati, mentre in Aeronautica sono 30 generali, 314 funzionari e 117 ufficiali senza incarico hanno perso il posto. Il medesimo decreto porta sotto il controllo del ministero dell'Interno la gendarmeria e la guardia costiera. Altri due generali stanno dato le dimissioni questa mattina, appena prima che si riunisse il Consiglio Generale delle Forze di Terra. (AGI)