Roma - Il silenzio della morte scende sulla campagna referendaria in Gran Bretagna. Un uomo ha ucciso Jo Cox, la 41enne deputata laburista contraria alla Brexit, mentre incontrava gli elettori in vista del referendum di giovedì prossimo. L'uomo, 52 anni, l'ha accoltellata diverse volte e poi le ha sparato al grido di "Britain first" (che e' anche il nome di un partito di estrema destra), ovvero "Prima la Gran Bretagna!". Il sospettato e' stato arrestato. Jo Cox aveva 41 anni e lascia due figli di 3 e 5 anni. Secondo quanto riferito da Scotland Yard, la deputata laburista aveva denunciato alla polizia di avere ricevuto minacce. E un uomo era finito in manette a marzo, ma non si tratta della stessa persona arrestata ieri.
Da quanto si apprende dalle forze di polizia, sono passate quasi quattro ore da quando si e' accertata la morte della deputata a quando è stato dato l'annuncio ufficiale del decesso. Secondo il Guardian, già alle 13:48 ora locale (le 14:48 in Italia) la donna era stata dichiarata morta dal personale paramedico. La donna è deceduta nonostante l'intervento chirurgico d'urgenza cui è stata sottoposta: presentava tre ferite da arma da fuoco e una da taglio. Lievi lesioni per un passante che aveva tentato di aiutarla.
Il tweet di un senatore italiano scatena la polemica sul web
Nata il 22 giugno del 1974, dopo la laurea alla prestigiosa Universita' di Cambridge, aveva lavorato per anni per Oxfam, l'organizzazione non governativa e umanitaria, prima di essere eletta l'anno scorso come deputata per il seggio di Batley e Spen. La donna era sposata con Brendan Cox, ex consulente dell'ex premier laburista, Gordon Brown, nonché dirigente di un'altra Ong, Save the children. Cox e' sempre stata impegnata in politica con il Labour e ha portato avanti diverse campagne, come quella contro le morti premature dei bambini, quella per il benessere delle donne in gravidanza e, da pacifista, si è astenuta nel 2015 a una votazione a Westminster sui raid aerei contro l'Isis. Era, ha detto di lei il marito, "una donna che credeva in un mondo migliore e che lottava a questo scopo ogni giorno della sua vita con energia e una grinta per la vita che sfiancherebbero la maggior parte delle persone".
Allarme Bce, Brexit rischio crescita per Eurozona
"La morte di Jo Cox è una tragedia - ha scritto il premier britannico David Cameron in un tweet - e lei era una parlamentare impegnata e che si prendeva cura di tutto. I miei pensieri vanno a suo marito Brendan e ai loro due giovani figli".
Si è trattato, ha affermato Jereny Corbin leader del partito laburista, di un "terrificante assassinio" che rappresenta "uno shock per il nostro Paese". "E' un attacco a tutti coloro che hanno fede nella democrazia", ha detto il Segretario di Stato Usa, John Kerry; "un orribile atto di odio che getta un'ombra sul cuore di tutti noi, odio che non prevarra' mai ne' in Ighilterra, ne' altrove", ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano, Matteo Renzi. La campagna referendaria e' stata sospesa da entrambe le paerti. I pro-Brexit in particolare hanno sospeso il loro tour in autobus in giro per il Regno Unito.
23 giugno il referendum che può spaccare l'Unione Europea - FOTO
Boris Johnson, ex sindaco di Londra e uomo forte della campagna per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, ha definito la notizia della sparatoria "terribile" e ha detto: "I miei pensieri sono con Jo Cox e con la sua famiglia". L'assassinio di Cox e' l'esito di una fibrillazione crescente in vista del 23 giugno, quando il referendum sancira' la sorte non solo della Gran Bretagna ma dell'Europa intera che ne subira' i riflessi.
La National Alliance neonazi che ha ispirato l'omicidio Cox
Domina per ora l'incertezza: "Credo che oggi sia davvero difficile essere ottimisti, conosciamo gli ultimi sondaggi" ha detto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. E i sondaggi fanno pendere la bilancia sul piatto della Brexit: l'indagine Ipsos Mori per Evening Standard mostra il fronte Leave al 53% rispetto al 47% di Remain. E' la prima volta che il sondaggio condotto mensilmente da Ipsos Mori rileva la preminenza dei favorevoli all'uscita (a maggio il 37% voleva la Brexit contro il 55% contro).
Secondo l'inchiesta, la campagna Remain perde terreno sui temi dell'immigrazione e dei contributi al bilancio Ue. Anche i sondaggi condotti la scorsa settimana da Orb, Icm e YouGov mostravano il Leave in crescita. Se invece si volesse prestar fede ai bookmaker, sarebbe il contrario: non credono alla Brexit, anche se cresce il fronte dell'uscita dall'Ue non lo ritengono un dato "assestato". In passato i sondaggi hanno dimostrato di non essere attendibili al 100%: alla vigilia del referendum per l'indipendenza della Scozia, i dati davano la maggioranza ai separatisti (cosa che poi non si verifico').
Gran Bretagna sotto choc, morta la deputata anti 'Brexit' Jo Cox - FOTO
Intanto, il Financial Times si schiera apertamente per il 'no': la Brexit, scrive in un lungo e argomentato editoriale, sarebbe "un atto gratuito di autolesionismo". Il referendum segna "un momento storico", scrive l'autorevole quotidiano finanziario, e la posta in gioco e' "la spesso complicata relazione della Gran Bretagna con l'Ue, ma anche la coerenza dell'Occidente". "Un voto per l'uscita sarebbe irrevocabile, un colpo pesante all'ordine del mondo liberale dopo il 1945". E ancora: "La scommessa sul referendum di David Cameron si e' dimostrata un futile tentativo di lenire le divisioni del Partito conservatore al potere. La campagna ha spaccato il Paese. Le emozioni hanno surclassato i fatti. I rinnovati populismi sono scesi in campo contro l'establishment". Da parte sua la cancelliera tedesca, Angela Merkel invita il Regno Unito a restare nell'Unione europea e avverte gli inglesi che, andandosene, perderanno tutti i benefici passati e futuri legati all'unione.
Lapidario, infine, il commento del presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker: "Non fatelo!" ha detto a margine del Forum economico di San Pietroburgo. Il rischio Brexit pesa sulle prospettive di crescita dell'Eurozona e continua a creare pesanti turbolenze sui mercati. Dopo l'allarme di ieri della Fed, oggi tocca alla Bce, alla Boe e alla banca centrale svizzera mettere in guardia dal rischio di un'uscita della Gran Bretagna dall'area euro. "I rischi per le prospettive di crescita dell'area dell'euro - si legge nel bollettino mensile dell'Eurotower - restano orientati verso il basso, ma risultano piu' equilibrati sulla scorta delle misure di politica monetaria attuate e dello stimolo che deve ancora manifestare i suoi effetti. I rischi al ribasso sono ancora connessi all'andamento dell'economia mondiale, all'imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell'Unione europea e ad altri rischi geopolitici". (AGI)